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(ANSA) – BOLOGNA, 01 FEB – Il 31 ottobre 1992 il corpo di
Chiara Bolognesi, scomparsa da alcune settimane, venne ritrovato
nel fiume Savio, a Cesena. La vicenda venne subito archiviata
come suicidio. A più di 30 anni la procura di Forlì ha aperto un
fascicolo per omicidio contro ignoti che potrebbe preludere alla
riesumazione del cadavere per accertamenti fatti con tecniche
che all’epoca non erano disponibili. Ne dà notizia l’edizione
locale del Resto del Carlino.
La vicenda potrebbe avere una correlazione con un altro caso
di quel periodo, quello di un’altra giovane cesenate, Cristina
Golinucci, scomparsa nel nulla l’1 settembre 1992. Anche
all’epoca ci fu chi sospettò che i due casi fossero collegati,
ma le indagini si fermarono.
Le due ragazze non si conoscevano, ma avevano frequentato la
stessa scuola e gli stessi ambienti religiosi. Cristina
Golinucci sparì alla periferia di Cesena: doveva andare dal suo
confessore, un frate cappuccino del convento di Ronta, alle
porte della città, dove la sua auto fu ritrovata. Le ricerche
non dettero però esito.
A far ipotizzare un collegamento fra i due casi anche una
delle centinaia di telefonate anonime che arrivarono in quei
giorni: la ricevette il parroco di Ronta (che però ne ha parlato
solo nel 2012), secondo il quale uno sconosciuto gli telefonò
per dirgli che di lì a poco avrebbero trovato il corpo di Chiara
nel Savio e quello di Cristina nel Tevere, vicino a un convento
di cappuccini dove si trovavano due frati che in precedenza
erano stati a Cesena.
Dall’analisi dei resti del corpo di Chiara Bolognesi, la
procura forlivese ipotizza di acquisire dettagli che possano far
luce sull’intera storia. (ANSA).
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