CAGLI. Il viceparroco della cattedrale di Cagli, don Diego ha fatto sapere che il Duomo non può pagare il riscaldamento e che, quindi, i fedeli, nella grande cattedrale, resteranno al freddo nell’inverno che a Cagli e nell’entroterra comincia già a farsi sentire.
Una situazione non auspicabile neppure per la parrocchia stessa, che ha cercato di correre ai ripari e riorganizzarsi, a partire da una considerazione: la Chiesa è la casa di tutti e tutti hanno la responsabilità del mantenimento. Tanto che da domenica, in fondo alla cattedrale, c’è un grande contenitore dedicato alle offerte per il riscaldamento, nel quale qualcuno ha già messo un po’ di spiccioli. Per riscaldare la cattedrale, ha spiegato don Diego, la parrocchia spende 2.500 euro al mese, che significa 13 o 14mila euro a stagione. Una cifra che, ha specificato, «finora abbiamo sempre pagato ma adesso non li abbiamo. Abbiamo fatto qualche calcolo, ma non possiamo indebitarci per questa spesa, non ce la facciamo proprio». Ciò che resta da fare, quindi, «è sperare che il Signore ci mandi altre giornate calde». Intanto sulla terra, però, all’ingresso della cattedrale di Santa Maria Assunta, c’è un bussolotto per raccogliere le offerte dedicate a pagare il carburante per il riscaldamento, segnalato da un apposito cartello. Dopo il terremoto del ’97, la cattedrale era rimasta chiusa per quasi 7 anni: nei lavori di restauro era stato inserito anche un nuovo e moderno impianto di riscaldamento sottopavimento per scaldare quell’ambiente spesso troppo freddo. «Non ci è sembrato giusto – ha precisato don Diego – farvi entrare qui al freddo, da un giorno all’altro, senza sapere cosa fosse successo, anche perché la chiesa è di tutti e la decisione deve essere di tutti».
il Messaggero
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