Una piccola di appena 14 mesi e bisognosa di importanti cure non può riceverle perché è costretta ad abitare in cella con la madre che sconta una pena di otto anni nella sezione femminile della Casa Circondariale di Cagliari- Uta. Come riferisce il quotidiano “Il dubbio”, la bambina ha da poco subito un importante intervento a bocca e palato e avrebbe quindi necessità di essere seguita in un contesto ben diverso da quello penitenziario. Nonostante questo, però, il giudice di sorveglianza che doveva accordare alla mamma la detenzione domiciliare o in una casa protetta ha negato tale opzione e quindi la bambina è “bloccata” in cella e deve rinunciare a terapie idonee.
La mamma è una giovane rom che ha ricevuto più condanne per piccoli reati la cui somma arriva a otto anni di detenzione.
Il caso è stato denunciato da Maria Grazia Caligaris, presidente di “Socialismo Diritti Riforme”, un’associazione che si occupa dei diritti dei detenuti nelle carceri sarde. Come spiega Caligaris a “Il dubbio”, “la piccola, che ha subito di recente un intervento chirurgico di labiopalatoschisi, necessita di particolari condizioni igienico-sanitarie e nutrizionali. La sua permanenza in carcere, nonostante l’impegno delle agenti, dei medici e degli infermieri, risulta inaccettabile. Le Istituzioni devono farsi carico di trovare una sistemazione alternativa alla donna e alla bambina”. Tgcom24