
(ANSA) – ROMA, 06 GEN – “Bisogna salvaguardare il campionato,
ma anche il merito sportivo. Non ha senso far giocare i
Primavera: le nostre sono misure prese in fretta e furia”. Cosi’
Urbano Cairo, presidente del Torino, commenta all’ANSA le
decisioni del Consiglio di Lega sull’emergenza Covid, con
l’obbligo di disputare le partite se ci sono 13 giocatori
disponibili compresi i nati entro il 31 dicembre 2003.
“Guardiamo all’esempio della Premier League: i contagi in
Inghilterra erano molto alti ma hanno salvaguardato il
campionato e allo stesso tempo il merito sportivo: se i positivi
sono troppi, la partita si rinvia e si recupera”. “Stiamo
varando delle misure che secondo me sono fatte in modo un po’
affrettato, quando c’era tutto il tempo per metterle a punto –
aggiunge Cairo – Abbiamo avuto il campionato italiano fermo,
mentre la Premier ha giocato un bellissimo boxing day, pur
rimandando alcune partite. Per inciso, io ero e sono convinto
che andasse fatto anche in Italia, quando l’abbiamo fatto era
bello e secondo me andava continuato per farlo diventare
un’abitudine”.
“In ogni caso – prosegue il presidente del Torino, che oggi
non potra’ andare a Bergamo per il blocco deciso dalla Asl – la
Premier ha deciso intelligentemente, quando i contagi gia’ erano
oltre i 100 mila e poi 200 mila al giorno, di salvaguardare il
campionato. La Premier equivale alla serie A, anzi peggio,
perche’ hanno piu’ date di noi,avedo una Coppa di Lega in
piu’…”. “Comunque, tornando a noi, non e’ giusto fare giocare
una squadra a tutti i costi se non ha i giocatori: non ha senso
dire che devono giocare anche i Primavera nati entro il 2003.
Non a caso un campionato come la Premier piu’ avanti di noi,
anche per valore economico, ha preso altre decisioni.
Appiattirsi sulle norme Uefa e’ sbagliato, perche’ la Uefa deve
conciliare le esigenze di molti campionati e non ha altre date
da utilizzare”. “Ci vogliono comunque delle regole chiare –
conclude Cairo – per cui, come in Premier, la Lega decide se una
partita si gioca o no, in relazione al numero dei positivi.
Altrimenti non salvaguardi il merito sportivo”. (ANSA).
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