Il 105/o Giro d’Italia ha un nuovo padrone: arriva da molto lontano, da Perth – zona occidentale dell’Australia – una città dove prevale il football australiano e dove il Belpaese della vela cercò gloria nell’America’s Cup 1987 con due team, Azzurra e Italia. Il nuovo padrone della rosa si chiama Jai Hindley e ha 26 anni. Nel 2020, ossia nel Giro del Covid – che venne posticipato in autunno – sfiorò la gloria, indossando la maglia rosa nella penultima tappa, poi se la vide sfilare dall’inglese Tao Geoghen Hart, vincitore a sorpresa a Milano. Anche ieri, penultimo giorno del Giro, Hindley ha avuto il privilegio di vestirsi di rosa ma in circostanze diverse: perché, grazie all’ultima feroce progressione ai piedi del Passo Fedaia, sulla Marmolada, dove si è conclusa l’ultima tappa in linea del 2022, è riuscito a distanziare l’ex leader Richard Carapaz di 1’28”, cancellando i soli 3″ di ritardo che pagava all’ecuadoriano alla partenza della 20/a tappa.
Solo un cataclisma del 10/o grado Mercalli oggi priverà l’australiano del trionfo in una Verona che nel 2019 celebrò proprio Carapaz nell’Arena, dove l’ecuadoriano alzò al cielo il Trofeo Senza fine. Nei 17,4 chilometri che verranno sembra assai complicato ipotizzare una rimonta di Carapaz, chiamato ad azzerare 1’25” da Hindley. Un solco assai profondo. Incolmabile in così pochi chilometri. Il nuovo leader ha deciso di annettersi la maglia rosa sull’ultima salita di questo Giro non bellissimo, ma equilibrato, ugualmente appassionante e privo del più forte corridore a tappe del mondo, lo sloveno Tadej Pogacar.
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