Calcagno,decreto crescita pro stranieri? noi non ci fermiamo

(ANSA) – ROMA, 08 MAG – “La politica e la parte apicale del
calcio dimostrano purtroppo una colpevole lontananza dai
problemi dei nostri vivai nazionali, che sono il futuro del
movimento e degli sport in generale”. Umberto Calcagno,
presidente dell’Assocalciatori, interpellatto dall’ANSA
critica duramente le ipotesi di modifiche al decreto crescita
nella parte degli sgravi fiscali per i calciatori provenienti
dall’estero: un provvidimento che secondo Calcagno va “abrogato”. “La nostra battaglia non si fermerà” “Non potrò nascondere tutta la mia delusione se fosse vero
che la sottosegretaria alla presidenza del Consiglio, con delega
allo sport, Valentina Vezzali, si è volutamente appiattita sulle
posizioni di chi non vuole il bene del nostro mondo – sottolinea
Calcagno – Chiunque si intenda di calcio dovrà onestamente
ammettere che l’eventuale previsione di un tetto reddituale di
soli 500.000 euro per l’accesso alle agevolazioni fiscali del
regime fiscale dei rimpatriati, unito alla soglia di età (20
anni), non cambierebbe la situazione attuale e sarebbe utile
solo a coloro i quali, su questo delicato problema, vorranno
riempire le rassegne stampa con dichiarazioni autoreferenziali”.
    “Ho il fondato timore – aggiunge il presidente del sindacato
calciatori – che per l’ennesima volta le scelte saranno dettate
da interessi meramente economici, proprio quelli che negli
ultimi anni hanno generato evidenti danni al nostro sistema, con
una cronica assenza di risultati sportivi internazionali dei
nostri club e continue diminuzioni degli investimenti sui vivai.
    Se questa sarà la scelta della politica italiana, i nostri
ragazzi continueranno a trovare ostacoli nel loro percorso di
crescita professionale, svantaggiati da una norma fiscale
ingiusta che penalizza i ‘selezionabili'”. “La nostra battaglia – conclude Calcagno – non si fermerà.
    Continueremo a denunciare in tutte le sedi la distorsione del
decreto crescita fino a quando non vedremo la sua definitiva
abrogazione per il bene di tutto il calcio italiano, pur
confidando fino all’ultimo in una mediazione, come quella
presentata dal Senatore Nannicini, che possa rappresentare un
primo vero segnale di svolta nella politica sportiva del nostro
paese”. (ANSA).
   


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