Calcio: Aic; #Nonènormale, Calcagno sui fatti di Avellino

(ANSA) – ROMA, 24 MAG – I fatti di Avellino, dove il 4 maggio
un giocatore era stato costretto dai propri tifosi a spogliarsi
dopo la sconfitta interna con il Foggia perché ritenuto indegno
di vestire i colori del club, “vanno condannati e contrastati:
114 episodi, analizzati dal Report ‘Calciatori sotto tiro AIC’
nelle ultime 2 stagioni, sono davvero troppi”. Il presidente
dell’Aic, Umberto Calcagno, così ha commentato le immagini dei
sistemi di videosorveglianza che ora hanno permesso di
individuare i responsabili.
    “Violenze e minacce verbali (il 26% avviene nella nuova ‘piazza’: i social) e fisiche che colpiscono il singolo atleta
(75%), soprattutto nei campionati professionistici (79%). Un
fenomeno culturale preoccupante, legato spesso a episodi di
razzismo (42%) che dobbiamo contrastare tutti insieme” ha
aggiunto Calcagno.
    “Sconfitta e vittoria sono parte integrante della cultura
dello sport. Lo sa ogni ‘sportivo’, tifoso o atleta che sia.
    Questa è la logica di ogni sport: perdere è normale. Fa parte
del gioco – ha aggiunto il presidente AIC – Quello che non
dobbiamo abituarci a considerare ‘normale’, invece, è
l’aggressione ai danni di un calciatore. Con la ‘colpa’ di aver
perso, svolgendo il proprio lavoro. Tollerare questi
comportamenti significa perdere di vista i valori dello sport.
    Ogni tifoso ha il diritto di gioire delle vittorie della propria
squadra, come di esprimere il disappunto per le sconfitte.
    Qualunque amarezza, però, non può valicare il confine del
rispetto della persona. Essere un calciatore non può significare
doversi abituare a minacce, offese e tantomeno aggressioni”.
    (ANSA).
   


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