Calcio: Altobelli nella La Hall of Fame, ‘sono nella storia’

(ANSA) – ROMA, 27 APR – Un filo conduttore lega il Mundial di
Spagna ’82 alla ‘Hall of Fame del Calcio Italiano’, che con
l’ingresso di Alessandro Altobelli va ad accogliere un altro dei
protagonisti di quell’indimenticabile Mondiale. Da Bergomi a
Cabrini, da Tardelli a Paolo Rossi, passando per Zoff,
Antognoni, Oriali ed Enzo Bearzot. ‘Spillo’ ritrova tanti
compagni dell’avventura più emozionante della sua carriera: “Ricevere questo premio – esordisce l’ex attaccante interista e
della Nazionale – è una bella sorpresa e una grande
soddisfazione. Non è da tutti entrare a far parte della storia
del calcio italiano, servono sacrifici e bisogna farsi trovare
pronti nei momenti cruciali. Devo ringraziare tutti i compagni
di squadra dell’Inter e tutti i grandi campioni con cui ho avuto
la fortuna di giocare in Nazionale”.
    Al sesto posto dei cannonieri azzurri di tutti i tempi in
compagnia di Adolfo Baloncieri e Filippo Inzaghi, delle 25 reti
realizzate in Nazionale (“ma in realtà sono 28, in Messico prima
del Mondiale segnai una tripletta contro il Guadalajara, solo
che non fu considerata una gara ufficiale…”) ce ne è una che
ogni italiano dai cinquant’anni in su non può dimenticare. E’ il
terzo gol nella finalissima con la Germania, quello della
definitiva presa di coscienza che di lì a poco l’Italia avrebbe
alzato al cielo la sua terza Coppa del Mondo. E pensare che
quella partita Altobelli l’aveva iniziata dalla panchina, poi
l’infortunio occorso a Graziani nei primi minuti di gioco lo
catapultò in un attimo sul campo del Santiago Bernabeu: “Avevo
giocato una ventina di minuti anche in semifinale perché Ciccio
si era fatto male – ricorda – quando ho visto che in finale è
caduto a terra e si teneva la spalla mi sono immediatamente
tolto la tuta, non ho dato a Bearzot nemmeno il tempo di
ragionare. Cercavo quel gol, ero sicuro dei miei mezzi ed ero in
forma. Quando ho segnato ho solo pensato che avevamo chiuso la
partita, che come disse Pertini in tribuna ormai non ci
avrebbero preso più. Solo più tardi, a mente fredda, ho
realizzato davvero cosa avevo fatto, anzi cosa avevamo fatto”.
    (ANSA).
   


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