L’ASTUTA zampata di Icardi (ottava rete in campionato, la quinta nelle ultime cinque gare) e le provvidenziali parate di Handanovic. Con il minimo sindacale l’Inter fa bottino pieno a Empoli, resta in testa alla classifica e festeggia in allegria l’Epifania, visto che da ben quattro anni non vinceva dopo la sosta di Natale (all’epoca c’era Ranieri in panchina). Dopo lo scivolone a San Siro contro la Lazio nell’ultima gara del 2015 serviva una pronta risposta: e anche se al “Castellani“ non tutto ha funzionato, i nerazzurri tornano a casa con tre punti fondamentali per la corsa scudetto. Con il bomber argentino deciso a non fermarsi, dopo un autunno trascorso in letargo. «Era importante riprendere a vincere dopo il periodo di vacanza e i risultati delle rivali nel pomeriggio – spiega Maurito -. L’abbiamo fatto anche noi e questo è importante, perché ancora una volta abbiamo dimostrato di essere in grado di poter fare grandi cose, mettendo in campo orgoglio e grinta. Lo scudetto? Mancano cinque mesi, da aprile in poi se ne potrà parlare…». C’è tempo anche per togliersi un piccolo sassolino dalle scarpe. «Quanto conta per me questa rete? Non so se sia la più pesante, il mio lavoro è fare gol e valgono tutti lo stesso. L’anno scorso ero più o meno su queste cifre, le cose che si dicono fuori non mi interessano».
Le critiche, si capisce, hanno ferito Icardi. Ma una mano vera gliel’ha data Roberto Mancini (visibilmente stanco e sofferente davanti alle telecamere): i consigli dell’allenatore sono stati importanti per il recupero psico-fisico dell’attaccante, tornato ad essere implacabile come lo scorso anno. «Cosa gli ho detto? Niente di particolare – sorride il tecnico -. Si sa che un giocatore abituato a segnare un certo numero di gol alla fine li farà sempre, può solo attraversare momenti più o meno positivi. Vederlo di più in coppia con Jovetic? Mi piace farli giocare insieme ma in certe situazioni ad uno devo rinunciare. E comunque Stephan ha i mezzi per fare altri 15 gol che sarebbero perfetti considerando la coppia d’attacco».
POI L’ALLENATORE analizza il match. Ed è il primo a riconoscere, con molta onestà, che dal punto di vista estetico la sua Inter non è stata il massimo: «Vero, vorrei qualcosina in più, magari come venti giorni fa, quando eravamo davvero migliorati tanto. E ci sono moltissimi margini di miglioramento. La gara non è stata esaltante ma vorrei comunque ricordare che quello di Empoli è un campo ostico e i toscani venivano da 4 vittorie ed un pareggio. Era la prima gara dopo la sosta, abbiamo commesso qualche errore, soprattutto nelle uscite palla al piede, e creato poche occasioni. La pressione c’è, quando si è in testa alla classifica la si avverte ma la si può sfruttare a proprio favore. L’importante era tornare alla vittoria dopo gli errori con la Lazio e noi ci siamo riusciti. Kondogbia? Sento critiche eccessive, per me sta crescendo. E può ancora migliorare. Eder? Non credo che la Sampdoria deciderà di venderlo….». Fra tre giorni si assegna il titolo di campione d’inverno, ma il Mancio sembra snobbare questo traguardo ormai alla portata: «E’ come il Gran Premio della Montagna nel ciclismo. Non cambia molto, ci sono tre-quattro squadre in pochi punti…E alla fine 82 punti potrebbero non bastare».
Resto del Carlino