CORRE IL NAPOLI in vetta alla classifica. E, subito a ruota, corre il Bologna per riacciuffare quel quart’ultimo posto che a maggio varrebbe la salvezza.
Sorpresa: nessuno in serie A corre quanto le squadre di Sarri e Donadoni, avversarie domenica al Dall’Ara.
Per meglio dire: nessuno in campo macina più chilometri del Napoli (al primo posto nella speciale classifica) e del Bologna (che lo incalza da vicinissimo).
D’accordo, se il calcio fosse solo corsa e resistenza il compianto Pietro Mennea sarebbe stato un’imprendibile ala destra e l’inesauribile Gelindo Bordin un mediano in grado di stritolare la concorrenza. Per fortuna esistono anche la tecnica e la tattica, che spesso in campo fanno la differenza. E la differenza la fa anche il modo in cui si corre. Un conto è, nella fase di possesso palla, proporsi massicciamente in avanti per aggredire la porta avversaria (vedi alla voce Napoli delle meraviglie e Donadoni delle prime tre partite); un altro, in fase di non possesso, rincorrere gli avversari e fare qualche corsa a vuoto, come accadeva spesso al Bologna di Rossi e come sabato è accaduto anche al Bologna di Donadoni, che si è autocondannato a una partita di pura rincorsa dei granata.
In realtà i numeri non fotografano il ‘come’, bensì il ‘quanto’: e, come detto, nessuna squadra in serie A ha la vocazione podistica che oggi sfoggiano azzurri e rossoblù. Dopodiché si può tranquillamente convenire che correre quasi nella stessa misura (come si vede nella classifica qui a fianco, la differenza è infinitesimale) non garantisce gli stessi risultati, essendo oggi il Napoli in testa alla classifica e il Bologna solo la diciottesima forza del campionato.
Il punto è che macinare più chilometri non ti fa vincere in automatico le partite. Il Toro che sabato per larghi tratti di gara ha schiacciato i rossoblù nella loro metà campo ha corso infinitamente meno della squadra di Donadoni: 102,395 chilometri complessivi, contro i 119,362 dei podisti rossoblù. E la conferma arriva anche dalle statistiche individuali.
Diawara, che in quasi tutte le quattordici partite fin qui giocate ha comandato il gruppo in materia di chilometri percorsi, sabato ha toccato quota 13,212, quasi tre in più del dirimpettaio Vives. Peccato che il cervello del Toro risultasse spesso imprendibile per mediani e difensori rossoblù, mentre il Forrest Gump rossoblù si sia infilato nell’imbuto di una prestazione anonima.
E QUI si torna al punto di partenza: correre tanto aiuta, ma non basta a portare a casa i tre punti. Almeno però certifica che la condizione atletica c’è e con essa la propensione al sacrificio. Già perché non è scontato che una squadra che punta a vincere lo scudetto abbia anche la vocazione operaia: ma il Napoli di Sarri ce l’ha. Che debba essere operaia una squadra che lotta per salvarsi è invece quasi scontato.
In ogni caso benvenuti alla maratona del Dall’Ara: palla al centro e mulinare le gambe.
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