Calcio. Bologna, Donadoni rianima una squadra in seria difficoltà

Donadoni-744x445ARRIVA Donadoni e il Bologna torna alla vittoria. Atalanta suicida, poi arrendevole. Giaccherini e Destro trovano il loro primo gol e Brienza completa l’opera con un eccezionale gol da trentacinque metri. All’apparenza è un trionfo dei rossoblù, che rivedono la coda del convoglio-salvezza.
Ma, per definizione, l’apparenza inganna. Il Bologna del primo tempo era uguale, se non leggermente più impacciato di quello che Rossi ha appena lasciato.
Poi, a inizio ripresa, Donadoni ha indovinato la mossa, mentre Reja, suo malgrado (Masiello acciaccato), l’ha sbagliata. Fuori Ferrari, dentro Maietta e Rossettini che è tornato all’antico presidiando la fascia destra. Il Bologna ha trovato come d’incanto un assetto difensivo attendibile, mentre dall’altra parte Toloi (il sostituto di Masiello) ha regalato a Giaccherini il gol che ha riacceso l’entusiasmo rossoblù.
UN’AUTENTICA liberazione. L’ottimismo ha contagiato subito Destro, a segno dopo un’astinenza durata dieci partite. Da parte del centravanti ritrovato, un ringraziamento particolare a Masina, che gli ha servito la riscossa su un piatto d’argento.
A completare il miglior secondo tempo che il Bologna abbia giocato quest’anno, è arrivato un Brienza dalla chirurgica precisione, prima nei passaggi, poi nel seppellire definitivamente la partita con il gol più bello della domenica.
Donadoni, si sapeva, è un esperto nella capacità di subentrare portando serenità e fiducia: lo ha fatto a Bologna per la quinta volta. Il suo bilancio è di tre vittorie e due pareggi. Probabilmente non è un caso che la sua squadra abbia imboccato subito la pista per il decollo. C’era bisogno della scintilla, e quella è stata casuale. Ma non lo è la vittoria del Bologna. Nel secondo tempo è parso improvvisamente guarito, sicuro di sé e capace di ridurre quasi all’invisibilità un’Atalanta il cui pregio maggiore è da tempo quello di non essere mai arrendevole.
LA SQUADRA di Reja è stata padrona della situazione per tutto il primo tempo, che non ha chiuso in vantaggio soltanto perché Kurtic davanti a Mirante ha tirato esattamente come aveva fatto Destro con l’Inter, cioè quasi in bocca al portiere.
Il Bologna è stato a lungo sulla soglia dell’inferno e ha pure bussato perché qualcuno gli aprisse la porta in fretta. Poi ha risalito la china, mettendo a referto il dominio assoluto di tutto il secondo tempo.
Ma è bene tenerlo a mente: se Toloi non avesse commesso un errore catastrofico, simile per leggerezza a quello con cui Ferrari ha spianato la strada all’Inter, è con le sue forze che il Bologna avrebbe dovuto imprimere la svolta alla sua stagione, e non è affatto detto che le avrebbe trovate.

I SEGNALI sono comunque incoraggianti: Destro ha trovato un angolo inarrivabile per Sportiello e Maietta ha dimostrato che del Bologna faticosamente promosso non era tutto da buttare o da ignorare.
Così come è certo che, appena passato in vantaggio, il Bologna abbia cambiato passo e abbia giocato con una convinzione e una serenità che durante la breve stagione di Delio Rossi non gli avevano mai fatto da stampella.