CHE DONADONI si stia calando sempre più nella realtà bolognese lo dimostra quanto avvenuto ieri mattina: il tecnico è andato a fare una passeggiata in centro insieme al preparatore atletico Giovanni Andreini, accompagnato dal team manager Roberto Tassi, per prendere contatto e iniziare a conoscere la città. Ha voluto visitare Palazzo d’Accursio e lì la sua presenza non è passata inosservata, al punto che il sindaco Virginio Merola e l’assessore allo sport Luca Rizzo Nervo lo hanno accolto nei loro uffici: «Non era una visita programmata, è stata una cosa di dieci minuti, informale e che mi ha fatto piacere. Ma è capitata per caso. Ho incrociato anche Colomba. Capiterà di vedermi in giro perché mi piacciono le città che hanno storie da raccontare. In più Bologna è una città dove si passeggia volentieri».
Sarà tutt’altro che una passeggiata, invece, la sfida con la Roma in programma alle 18 al Dall’Ara. Ma al ruolo di vittima predestinata Donadoni non ci sta. Sconfiggere i luoghi comuni per costruire una mentalità vincente è l’obiettivo: così non accetta di sentir parlare di un Bologna che non ha nulla da perdere o che, al contrario, è atteso da un esame di maturità: «Nessuno dei due concetti è vero». Troppo basso il tiro nel primo caso, eccessivamente pretenzioso il secondo punto di vista. Meglio l’equilibrio: «Se i giallorossi non sono i più forti del campionato, sono quanto meno da podio, ma ogni partita rappresenta l’opportunità di fare punti. O di aggiungere un mattoncino al percorso di crescita che abbiamo già cominciato. Quindi abbiamo un’occasione».
E che occasione. Perché è vero che la Roma viaggia a un punto dalla vetta e alla media di 2,2 reti segnate a partita. Ma quando ti ricapita di incontrare la banda di Garcia senza Gervinho, Salah, De Rossi e Totti? E per di più a pochi giorni dalla fondamentale sfida di Champions contro il Barcellona? «Se mettiamo in pratica ciò che dice Al Pacino nel famoso film ‘Ogni maledetta domenica’, ovvero sacrificare l’individualità per il gruppo, allora possiamo provare a metterli in difficoltà».
ANCHE PERCHÉ, al contrario della Roma, il Bologna si presenterà praticamente al completo. Anche l’ex di turno Destro sarà al proprio posto al centro dell’attacco: «Sta bene. Poi a certi livelli ci sono stimoli che ti permettono di andare oltre qualche allenamento saltato». Per il bomber c’è una sola raccomandazione: «Scendere in campo con lo spirito di voler mostrare qualcosa di diverso per prendersi rivincite è un limite».
E Donadoni non vuole che se ne pongano la squadra e le individualità che la compongono come Diawara, nome sempre più al centro dell’attenzione: «Meno parliamo di lui e più facciamo il suo bene. Presunti stimoli derivanti dal mercato non sempre portano benefici: deve imparare ancora tante cose. Da lui pretendo molto di più, non è ancora da grande squadra». La Roma è una di queste e Donadoni chiede al suo Bologna di dimostrare di poterle tenere testa: «Ripartiamo dall’intensità e dalla densità che abbiamo messo contro Atalanta e Verona e proviamo a fare un passo avanti».
