Calcio. Bologna, l’Isola del tesoro

Donadoni-744x445LA SCALA del calcio ai piedi di Roberto Donadoni: che gioia (per i bolognesi), che emozione (per Donadoni), ma anche che pericolo. Il pericolo che all’uomo che in settanta giorni ha trasformato il brutto anatroccolo rossoblù in cigno a giugno possa arrivare una proposta indecente da parte colui che più di trent’anni fa lo portò al Milan: al secolo, Silvio Berlusconi. Per la verità il Meazza rossonero mercoledì si è inchinato anche alla Legge del Giac: quella che vede il Bologna vincere ogni volta che il piccolo grande uomo di Talla va a segno (è già successo con Atalanta, Verona e Milan). Ma alla voce Giaccherini il pericolo non sono le eventuali sirene rossonere, bensì il prestito del Sunderland che scade a giugno.
ROBA che se il fantasista rossoblù continua a prodursi sui livelli di San Siro (e senza pagar troppo dazio ai guai fisici), sarà una partita complicatissima convincere gli inglesi ad allungare l’avventura di Giac sotto le Due Torri. Roberto Donadoni ed Emanuele Giaccherini: ecco l’oro che Bologna deve assolutamente blindare, i gioielli da mettere in cassaforte per non correre il rischio di razzie. Con Donadoni, in teoria, il problema non dovrebbe nemmeno porsi. Quando planò a Casteldebole a fine ottobre, il bergamasco firmò un contratto fino a giugno 2017. Morale: quand’anche il suo Bologna continuasse a volare sulle ali dell’entusiasmo (e su quelle di Giaccherini), il futuro prossimo del suo allenatore non è in discussione. Il problema potrebbe porsi solo di fronte a un’eventuale irruzione sulla scena del Milan, che se Mihajlovic non raddrizzerà la stagione dovrà porre mano, in estate, all’ennesimo tentativo di ricostruzione. Affidare i lavori all’Impresa Donadoni, a Milanello, per ora è solo una suggestione, ancorché carica di fascino. Ma la domanda delle cento pistole è un’altra: come si comporterebbe Donadoni di fronte a un’eventuale chiamata del club che lo ha reso ricco e vincente? In realtà chiedersi ‘che cosa succederebbe a giugno se’ è un po’ come domandarsi se c’è vita nei pianeti delle altre galassie: in ogni caso prima bisogna arrivarci. Una stagione in crescendo in rossoblù di certo gratificherebbe Donadoni e ingolosirebbe Saputo ad alzare l’asticella.
SENZA DIMENTICARE che con lo sbarco del magnate canadese sotto le Due Torri c’è una rivoluzione copernicana in atto e Bologna non è più la colonia di passaggio su cui fermarsi per fare rifornimento nel lungo viaggio verso la terra degli eletti. Ragion per cui se il Bologna a trazione canadese continuerà a crescere di corsa potrà tornare in fretta una realtà di primo piano del nostro calcio, fungendo da calamita per allenatori e calciatori e non da trampolino di lancio. Lo sa bene anche Giaccherini che, con un pezzo importante di carriera davanti, qui può togliersi le soddisfazioni che prima di lui si sono tolti Signori e Di Vaio. Il più sarà convincere a giugno il Sunderland. Convincere il cittì azzurro Conte a imbarcarlo sul volo per Francia 2016, al confronto, sembra un gioco da ragazzi.

Resto del Carlino