SCOLLINATO San Silvestro, Donadoni va di fretta. Ieri Capodanno di lavoro, con un un occhio al mercato e l’altro al Milan: il ‘suo’ Milan. E già questo dovrebbe far scattare un campanello d’allarme nella testa dei rossoneri. Non bastasse la fragilità tecnica del gruppo guidato da Sinisa Mihajlovic, sulla strada dei rossoneri si para anche l’ostacolo della più recente casistica, che testimonia come il Donadoni bolognese fin qui abbia riservato solo polpette avvelenate alle sue ex squadre.
RIASSUNTO delle puntate precedenti. Il Donadoni calciatore ha fatto il salto da giovane promessa a talento affermato più di trent’anni fa all’Atalanta: e l’1 novembre scorso al Dall’Ara, al suo debutto sulla panchina rossoblù, il Bologna ha rifilato un secco 3-0 proprio ai nerazzurri. Il Napoli, invece, nel 2009 per otto mesi gli aveva affidato la panchina. Risultato: Bologna-Napoli 3-2, sgambetto alla capolista, il 6 dicembre, sempre al Dall’Ara. La dura legge dell’ex ha colpito anche a Marassi, sponda genoana. Nel 2003 a Preziosi bastarono tre partite (con altrettante sconfitte) per sottrargli già a settembre la panchina del Genoa in B. Puntuale come una cartella di Equitalia il 12 dicembre è arrivata la ‘vendetta’ del bergamasco: Genoa-Bologna 0-1, con tanti saluti al padrone dei Gormiti. I 9 punti da ex hanno rappresentato il grosso del bottino che in due mesi ha permesso a Donadoni di tirar fuori il Bologna dalla palude della zona retrocessione: ma non hanno placato la fame di un tecnico che al 2016 chiede conferme e ulteriori progressi.
QUELLO che non può dare ‘questo’ Bologna forse potrà darlo la squadra che uscirà dal mercato. Nessuna rivoluzione alle viste, è bene ricordarlo: perché Donadoni in due mesi ha cementato rapporti e stabilito gerarchie, e non intende sovvertirle. Rinforzi mirati quelli sì, a cominciare dall’attacco: l’oggetto acclarato del desiderio continua a chiamarsi Floccari. Prima di cederlo dobbiamo assicurarci un sostituto, insistono i dirigenti del Sassuolo: ma così il rischio è di andare alle calende greche. Ecco perché la diplomazia rossoblù è al lavoro per convincere il Sassuolo a mollare il suo attaccante (con cui il Bologna ha già l’accordo) indipendentemente dall’arrivo di un sostituto. Complicato, ma non impossibile. Se la corte a Floccari andasse troppo per le lunghe in lizza ci sono i soliti noti: dall’argentino Calleri (in prestito via Inter) a Borriello del Carpi, passando per la suggestione El Shaarawy, che però, così come Gabbiadini, oggi appartiene più al mondo dei sogni che a quello della realtà. La realtà dice Milan il 6 gennaio al Meazza, con Donadoni in plancia di comando. Mihajlovic è libero di sfregare tutti gli amuleti.
La Stampa