
(ANSA) – ROMA, 27 GEN – ‘Chiedimi chi era Gianluca’.
L’associazione italiana calciatori ricorda Gianluca Vialli
tramite chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e lavorare al suo
fianco nei 14 anni da Consigliere Aic, dal 1985 al 1998: anni di
battaglie sindacali che – come ricorda la rivista ‘Il
Calciatore’ – lo hanno sempre visto in prima linea, sin da
quando, giovanissima promessa della Sampdoria, entrò a far parte
del Consiglio Direttivo AIC alla sua prima vera stagione in
Serie A. Il suo impegno per il sindacato calciatori e il suo
apporto non sono mai mancati, nemmeno quando, dopo vittorie e
trofei conquistati in maglia blucerchiata, con la Juventus e in
azzurro, chiuse la carriera al Chelsea e dall’Inghilterra
continuò a lottare e “metterci la faccia” per migliorare e
salvaguardare i diritti dei colleghi delle categorie inferiori.
“Gianluca è stato un caro amico e un uomo di grande personalità,
sempre gioioso e divertente – lo ricorda Demetrio Albertini,
Consigliere Aic dal 1994 a 2014 – Il primo ricordo è legato al
mio esordio in Nazionale, quando nella prima partita in maglia
azzurra mi sono trovato a lanciare e servire due campioni come
lui e Roby Baggio. Un’emozione che non ho mai dimenticato.
Gianluca è poi sempre stato un leader, in campo e fuori. E un
leader per natura si dona agli altri – prosegue l’ex
centrocampista del Milan – Ha combattuto molte battaglie in
prima fila e a tutela dei tanti calciatori delle serie inferiori
che non avevano a quei tempi le nostre fortune”.
Fu senza dubbio tra i “protagonisti” del primo sciopero “totale”
del calcio italiano che l’AIC proclamò e mise in atto il 16 ed
il 17 marzo 1996, sicuramente una tra le tappe fondamentali che
hanno segnato la storia dell’Associazione. “Ero anch’io tra le
centinaia di calciatori che, grazie all’Aic, presero i soldi dal
Fondo di Garanzia in quegli anni – ricorda Umberto Calcagno,
Presidente Aic e compagno di Vialli alla Sampdoria – “e ho
memoria degli interventi di Luca al fianco di Sergio Campana
nell’assemblea dell’11 marzo 1996 a Milano; il loro esempio di
quel giorno fece maturare in me il desiderio di entrare a far
parte del nostro Direttivo”. (ANSA).
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