Calcio. Conte traccia una riga

ConteL’AMERICA è lontana e non aiuta, il tempo passa anche per i leader, con gli anni che a maggio per lui saranno 37, e ora c’è un ct, Antonio Conte, che traccia una riga: «Devo pensare anche a un’Italia senza Pirlo per gli Europei».
Nell’era del dopo-Baggio, Andrea Pirlo è stato il giocatore più importante per le sorti azzurre. Per un decennio, escludendo i suoi primi anni in nazionale, ha plasmato l’Italia a sua immagine e somiglianza. Con lui al massimo, il mondiale 2006, la finale europea di Kiev. Senza di lui, la sconfitta ai rigori in quel quarto di finale con la Spagna negli Europei 2008 e il crac, quando era infortunato, in Sudafrica, nel 2010. In precedenza, come under 21, la doppietta nella finale degli Europei 2000. Pirlo è stato
«il leader silenzioso, parla con i piedi», come lo definiva Lippi. Ma il trasferimento di fine carriera a New York lo sta allontanando dalla nazionale. In questa convocazione, per le amichevoli di venerdì in Belgio e di martedì prossimo a Bologna con la Romania, il suo nome non c’è. Era previsto, il campionato americano è in pausa fino a marzo. Ma Pirlo potrebbe non tornare più in azzurro. E’ ancora un’eventualità, non una certezza, come precisa Conte, ma il senso è già chiaro: il Pirlo «americano» non basta, non convince, e solo un suo clamoroso ritorno in Italia, all’Inter, come vorrebbe Mancini, potrebbe rilanciarlo per gli Europei francesi. «Andrea sa la grande stima che ho per lui, ma devo cominciare a guardarmi intorno, a marzo tirerò le somme, ho il dovere di farlo nei confronti di tutti, se poi Pirlo tornasse in Italia sarei il primo ad essere contento, avremmo la possibilità di vederlo sempre, di seguirlo anche in allenamento, e per le sue qualità potrebbe ancora fare la differenza, il mio timore è che la lontananza possa fargli perdere tutto questo», la spiegazione di Conte. Con lui allenatore bianconero, si chiuse la carriera juventina di Del Piero. La storia ora potrebbe riproporsi, in nazionale, con Pirlo. Solo l’Inter può aiutarlo. Con la necessità di trovare il suo erede: più Marchisio, in quel ruolo, o Montolivo, di Verratti, almeno a giudicare dalle parole di Conte: «Verratti è cresciuto molto, ma non è Pirlo, ha altre caratteristiche, è meno regista e più centrocampista». Il ct sta già tirando le somme per gli Europei: «Con me solo giocatori pronti a dare tutto per la maglia azzurra», e allora, in questo caso, dentro De Silvestri, appena guarito dal grave infortunio in nazionale, e fuori Insigne e Berardi, dopo i forfait, per niente gradito, nel precedente ritiro. In prospettiva, anche Bernardeschi: «Lo stiamo tenendo d’occhio, sta facendo molto bene, come tutta la Fiorentina, una squadra che rappresenta uno spot per il calcio italiano, è la prova che il buon lavoro paga sempre», l’elogio tutto in chiave viola del ct sempre più ex bianconero, e per il suo futuro post nazionale sempre più in odore di Roma.

Gazzetta dello Sport