E’ SCATTATO il mini ritiro, sta per scattare il mini mercato. Occhio a non farsi trarre in inganno dalle dimensioni apparentemente ridotte delle due operazioni: perché nei suoi due mesi alla guida del Bologna Roberto Donadoni ha già ampiamente dimostrato che sono proprio i dettagli a fare la differenza.
Non è un dettaglio riuscire a correre fino a maggio, possibilmente incrementando la qualità delle performance atletiche (il Bologna è già la squadra che macina più chilometri di tutta la serie A): ed è questo lo scopo del ritiro-bis che, dopo sette giorni filati di vacanza concessi alla truppa, è scattato ieri sera all’hotel Calzavecchio di Casalecchio, che per quattro giorni sarà la casa dei rossoblù, insieme, ovviamente, ai campi di allenamento di Casteldebole.
NON È UN DETTAGLIO nemmeno riuscire a colmare le lacune di un organico che in estate Corvino ha ricostruito da zero. Qualche passaggio a vuoto c’è stato, com’era inevitabile che fosse quando si deve porre mano a una rivoluzione. La finestra di mercato che formalmente si apre tra una settimana (anche se già da oggi il grande circo del calciomercato, Corvino compreso, comincerà a piantare le tende a Milano) servirà precisamente a questo: a non mettere Donadoni nella condizione di farsi cogliere da un attacco di depressione quando (com’è successo nel giorno di Torino-Bologna) Destro è indisponibile e i sostituti si chiamano Mancosu e/o Acquafresca; ma anche a preparare il terreno al Bologna che verrà: perché individuare le pedine giuste a gennaio, ancorché potenzialmente si tratti solo di semplici ritocchi, significa porre le basi per il mercato estivo accelerando così la crescita del progetto tecnico.
La buona notizia è che i 13 punti in 7 partite raccolti da Donadoni oggi non mettono Joey Saputo nella condizione di fare ciò che fece il patron del Sassuolo Giorgio Squinzi al mercato di riparazione di due anni fa, quando i neroverdi imbarcarono dieci giocatori nuovi (con ingenti ricadute sui bilanci) il cui destino a Natale sembrava già segnato: peccato che, come dolorosamente ricordano i tifosi rossoblù, quel Sassuolo si salvò e a maggio in B ci andò il Bologna.
Solo ritocchi, dunque: ancorché mirati. La punta e l’esterno d’attacco rappresentano le priorità; un centrocampista e un difensore centrale, invece, quel quid in più che Corvino può portare in dote a Donadoni se strada facendo si presenteranno le occasioni. Il tutto nell’ottica di una crescita graduale che è il chiodo fisso del club e dello stesso Donadoni.
LA SCELTA di blindare la squadra per quattro giorni nel ritiro cittadino facendole affrontare un duro menù di due sedute di lavoro quotidiane non servirà solo a smaltire l’effetto panettone: sarà anche un corso accelerato sulle specifiche metodiche di lavoro dello staff di Donadoni. «Anche dal punto di vista delle performance atletiche questo non è ancora il Bologna che abbiamo in testa», confidava giorni fa a Casteldebole uno dei collaboratori del tecnico. Buon segno se si può andare ancora più forte di così.
La Gazzetta dello Sport