Calcio: Dossena, voglio ridare forza e centralità all’Aic

(ANSA) – ROMA, 02 NOV – “Ho scelto di candidarmi perché non
trovo corretto che nella corsa alla presidenza della
Federcalciatori ci sia un candidato unico. Inoltre ritengo che
negli ultimi anni l’Aic abbia perso forza e centralità, che non
riesca ad entrare nelle decisioni politiche federali”. Beppe
Dossena, ospite di ‘Radio anch’io sport’ (Rai Radio1), così ha
spiegato i motivi che lo hanno spinto a contrapporsi a Umberto
Calcagno.
    “Il calciatore deve essere riportato al cento del sistema – ha
aggiunto l’ex campione del mondo 1982 – visto che ci sono un
milione di tesserati e poi deve saper dialogare con le altre
componenti. Ai giocatori non devono più essere fatte cadere le
decisioni dall’alto perché sono una componente importante e
hanno senso di responsabilità”.
    Dossena ha accennato alla “sosteniblità economica” dell’Aic: “Può andare in crisi senza un controllo delle uscite, che ora mi
sembrano eccessive. Un po’ di spese possono essere
riconsiderate, per consegnarle al calcio femminile, ai
dilettanti”. “L’Aic è in grado di gestire l’emergenza” generata
dal Covid “con le proprie forze, almeno nell’immediato futuro”
ha sottolineato. Ma “serve uin pervcorso legale, trasparente.
    Tutto ciò che l’Aic genera deve essere destinato al notro
mondo”.
    Parlando di sacrifici chiesti alla categoria, Dossena ha mosso
un appunto al n.1 della Figc: “Ho sempre apprezzato sobrietà ed
equilibrio di Gravina, ma non credo sia compito del Presidente
federale rivolgere un appello ai giocatori affinché si decurtino
lo stipendo. Casomai spetta alla Lega di serie A ed ai
presidenti delle società. Comunque non mi sembra che qualcuno
sia mai stato costretto a firmare un contratto con la pistola
alla testa”.
    Infine ha sollecitato maggior scambio di opinioni con la
classe arbitrale: “Fissiamo un principio: gli arbitri possono
sbagliare. Detto questo, se una comunità, della quale fanno
parte anche giocatori e giornalisti, ha lo stesso linguaggio
deve esserci un dialogo, accettando differenze e distorsioni”.
    (ANSA).
   


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