Calcio. Garcia nel tunnel, non vede la luce

garciaIL MONDO che si rovescia all’improvviso, tra il calcio dei cyborg di Luis Enrique e quello artigianle di Reja. Due cazzotti che stendono la Roma, spingendola nel tunnel di una crisi devastante. Violenta, quasi. Un erroraccio di Digne, un’entrata a piedi uniti in area di Maicon i due inneschi per i gol dell’Atalanta, alla quale è bastato difendere e aspettare che là dietro la tribù che balla – 33 gol subiti in 19 gare – ne combinasse una delle sue. E così è andata. Il dopo partita, è una corsa impacciata e affannosa dei due ‘imputati’ maggiori – per la piazza e la critica – , Garcia e il ds Sabatini. Il primo garantisce «Mai pensato alle dimissioni, io non mollo, sono un combattente», richiamando la squadra alla compattezza, fino alla citazione di una canzone dei Pooh, per guardare al futuro: «Sono sicuro che il cielo è blu dietro le nuvole di questo momento…». Il secondo, Sabatini, con il solito fiume di parole, difende il tecnico, garantisce che non è in discussione, cerca alibi. «Il momento è drammatico e Garcia fa bene il suo lavoro, non c’è solo lui sul banco degli imputati, ci sono anche società e calciatori. Individuare un colpevole per scaricarlo non serve. Dobbiamo restare uniti». Mentre su Garcia si allungano le ombre di allenatori liberi, tra minestre riscaldate – Spalletti e Prandelli – e chi rifiutò la Roma per l’Inter (Mazzarri), Sabatini spergiura che Pallotta non vuole cacciare il tecnico: «Non mi risulta che il presidente abbia questi pensieri, a meno che non li abbia maturati nelle ultime due ore…». In un clima pesantissimo, parla anche il capitano, De Rossi: «Non cominciamo a cercare alibi tipo colpa di Garcia, di quello o quell’altro, sennò facciamo il botto..». Squadra scioccata dal ko di Barcellona? Sindrome del Bayern come lo scorso anno? Alibi inaccettabile. E’ come se nel tennis Federer perdesse un match 6-1, 6-1 per non riprendersi più. Si dirà la Roma mentalmente non è Ferderer, anzi. Però è stanca, spenta, sfiancata da un tour de force tra campionato e Champions costruito su pochi uomini. Digne, Manolas, Florenzi, Pjanic, Nainggolan, Dzeko, De Rossi riposano solo in caso di squalifiche e infortuni. La coperta è cortissima a centrocampo e in difesa, tra acquisti e rinnovi per giocatori al tramonto (Cole, Maicon, lo stesso Keita), errori di valutazione sui tempi di recupero (Castan, Strootman), e sul reale valore dei giocatori (Iturbe, Ruediger), fino agli acquisti incomprensibili (Gyomber, Emerson) e ai sottoutilizzati (Vainquer) o emarginati (Ucan). Undici giocatori, metà della rosa, sui quali i tifosi vorrebbero risposte.

Resto del Carlino