RUDI GARCIA, la sua Roma, la definisce «cooperativa del gol». Dodici uomini a segno fin qui, un esercizio di democrazia che sotto porta si traduce nel miglior attacco del campionato con 27 reti. Mancheranno però gli infortunati Salah e Gervinho, 11 gol in due fin qui, i migliori (con Pjanic, 5 reti) della cooperativa. Garcia fa spallucce e spera che Iturbe, finalmente, esca dal cono d’ombra: «Lui ha le stesse caratteristiche di velocità e potenza atletica di Gervinho e Salah. Loro due mancheranno ma non siamo senza risorse e la cooperativa del gol è una caratteristica molto interessante della Roma».
Chanche per Iturbe dunque? Molto probabile, con Iago Falque e Dzeko a completare il tridente. Florenzi dovrebbe essere impiegato da terzino e, a centrocampo, il ballottaggio è tra Keita e Vainqueur (quest’ultimo tra i migliori nel derby prima della sosta). Garcia dovrà scegliere pensando anche alla trasferta di Champions contro il Barcellona, ma la testa è solo al Bologna: «Questa partita è tutto tranne che già vinta. Con la Champions alle porte e la sosta alle spalle c’è il rischio di dimenticare che dobbiamo ancora giocarla…». A maggior ragione guardando all’impennata del Bologna griffato Donadoni: «Ha vinto due gare di fila e troveremo una squadra con uno spirito differente, ma l’unica cosa che conta per noi è batterli».
SARÀ UN MESE tutto d’un fiato per la Roma, che giocherà otto gare tra coppe e campionato, dovendo fare i conti con gli infortunati di lusso. E’ per questo che Garcia ha scelto di non convocare De Rossi, che pure s’è allenato regolamente. La condizione atletica del centrocampista, che già aveva saltato il derby, è in fase di recupero e lo staff tecnico ha deciso di non rischiarlo. Il tecnico francese schiererà Digne, l’ivoriano Gervinho francese d’adozione, il maliano Keita, eppoi Rüdiger, nazionale tedesco, che ha vissuto l’incubo del 13 novembre a Parigi (come lo stesso Garcia, presente allo stade de France) e poi le tensioni di Hannover per la gara annullata con l’Olanda. Giocare, per il tecnico, è il miglior modo per andare avanti: «Dobbiamo rimanere uniti e continuare a vivere per non darla vinta a questi, che non sono neanche persone», è il pensiero del tecnico sugli attentati dell’Isis.
