LUCIANO Spalletti dorme a Trigoria per svegliare la Roma. Perché il futuro è adesso e ogni secondo è e sarà fondamentale per capire, conoscere, intervenire. Il film da girare è lungo e complesso e di tempo non ce n’è. Il titolo è alla Steve McQueen, quello de «La grande fuga» e nella versione spallettiana si tramuta ne «La grande risalita», la rimonta in classifica.
Azzera alibi e fragilità Spalletti, toccando le corde giuste per fare il pieno di bollicine nella psiche dei giocatori, rispondendo all’ipotesi di una condizione fisica precaria: «La cosa più importante è la testa, le gambe vengono dopo. Cosa dovrei dire ai giocatori, che se perdono partite per altri due mesi va bene perchè non hanno birra nelle gambe? Non scherziamo…». Poi l’avviso, forte e chiaro: «I giocatori non hanno alibi, siamo in ritardo e c’è solo una via d’uscita: vincere subito». Quel «subito» si incrocia con il Verona all’Olimpico, sulla carta un esordio agevole per Spalletti. La magnifica Roma che incantò con quel marchio di fabbrica tattico – il 4-2-3-1 – non rappresenta un dogma inscalfibile: «Avevo gli interpreti giusti che lo hanno imparato a memoria dopo poche partite. Poi però con nuove esperienze (lo Zenit, ndr), ho conosciuto cose nuove. Quel 4-2-3-1 ha fatto come meravigliose, mi divertivo e a volte mi sono anche eccitato…».
IL PASSAGGIO su Ruediger «che gioca largo quando impiegato nella difesa a tre», quello su Florenzi eppoi le parole al miele per De Rossi, insinuano il sospetto di una sopresa tattica, passando magari per la difesa a tre, se non subito, magari in futuro: «De Rossi? Mi ha dato completa disponibilità a fare qualcosa di particolare e mi ha fatto molto piacere. Cosa? Non si può dire». Sfiora l’idea con De Rossi centrale accanto a Manolas e Rudiger e il centrocampo a cinque che chiamerebbe in causa anche Vainquer, che Spalletti coccola e chiama «Willy». Poi, Dzeko, immalinconito e da rivitalizzare. Il bosniaco rappresenta quella tipologia di centravanti che Spalletti inseguiva ai tempi della ‘prima’ Roma: «Se mi avessero chiesto ‘che centravanti vuoi’ avrei risposto di prendere lui, Dzeko».
ROMA (4-3-3): Szczesny; Torosidis, Manolas, Rudiger, Digne; Pjanic, De Rossi, Nainggolan; Florenzi, Dzeko, Salah. All. Spalletti.
VERONA (4-2-3-1): Gollini; Sala, Moras, Helander, Souprayen; Viviani, Halfredsson; Wszolek, Ionita, Emanuelson; Pazzini. All. Delneri.
Resto del Carlino