LA JUVE C’È. E’ tornata prepotente, solida, cinica. E vincente. Autogol di Gentiletti e «golazo» di Dybala. Tanto quanto è bastato per espugnare l’Olimpico. E’ finita 2-0. E’ successo tutto nel primo tempo. L’indizio questa volta è inequivocabile. Il quinto successo consecutivo in campionato, centrato in casa di una «lazietta» timida e in balia di una crisi di nervi e di risultati, è stato sontuoso. L’hanno voluto e cercato con determinazione Buffon e compagni. Da grande squadra, di lotta e di governo. Hanno accelerato e rallentato. Colpito e gestito, senza essere spocchiosi. E’ stata una prova di forza a tutto tondo, un messaggio forte e chiaro alla concorrenza. C’era da agganciare la Roma al quarto posto. Così aveva chiesto Massimiliano Allegri alla vigilia. Detto, fatto. Un mattoncino alla volta. Missione compiuta. La «remuntada» continua. Che proveranno a prendere chi sta davanti adesso è un dato di fatto. Dovranno fare i conti con i campioni d’Italia. Per lo scudetto c’è anche la Signora. E’ stata subito dolce la serata dell’Olimpico, mezzo vuoto.
ALLA PRIMA scorribanda la Juve ha colpito. Tiro-cross di Dybala e deviazione goffa nella propria porta di Gentiletti. Bianconeri avanti dopo una manciata di minuti. Miele per Allegri, che aveva presentato il solito 3-5-2 con Asamoah al posto di Pogba, confermando Dybala e Mandzukic. Il raddoppio è nato da un loro duetto. Giocata ed assist del croato, numero dell’argentino: palleggio volante e sinistro velenoso che ha ingannato Marchetti. Due a zero. E fischi per i giocatori della Lazio mentre entravano negli spogliatoi all’intervallo. Nella ripresa Pioli ha cambiato. Dentro Matri, Felipe Anderson e Keita. I padroni di casa hanno provato a riaprire la partita, ma hanno sbattuto sistematicamente contro la solidità della Juve, che ha volutamente abbassato i ritmi, controllando l’inerzia di una gara mai in discussione. Sostituzioni anche per Allegri, soprattutto in vista della Champions. Martedì contro il Siviglia in Spagna basterà un punto per difendere il primo posto nel girone ed evitare Barcellona e Bayern negli ottavi. Poi testa e gambe alla Fiorentina.
Intanto la sconfitta è coincisa con il capolinea di Pioli: la Lazio volta pagina nel tentativo di mettere fine all’incubo.
