PROVATE a fermarla quest’Inter lanciatissima verso il platonico titolo di campione d’inverno. Da ieri sera ha quattro punti di vantaggio sulle seconde in classifica, Fiorentina e Napoli. Provate a dire che l’Inter è solo fortunata, che gioca male, che vince col minimo sindacale. Provate a giocarci contro quest’Inter ora che, insieme, si sono (ri)svegliati Icardi e Jovetic dopo il letargo d’autunno.
Quel gruppo cinico, solido e determinato oggi è diventato squadra vera: coraggiosa, a tratti spericolata, ma assai determinata. Capace anche di esprimersi in modo brillante e terribilmente efficace quando si tratta di sfruttare gli errori altrui. C’è molto di Roberto Mancini in quest’Inter tosta e spietata, dove tutti sono utili e nessuno è indispensabile. Dove anche il pilastro Medel (dopo Icardi e Kondogbia) può restare in panchina e Montoya debuttare (a scoppio ritardato) con una egregia prestazione. Il rotondo 4-0 ottenuto a Udine è lo specchio di tutto ciò, perché alla fine è sulla forza dei numeri che si costruisce un robusto primato. E i primi numeri non possono che riferirsi a Icardi: l’allenatore lo ha escluso solo due volte su quindici (una gara l’ha saltata per infortunio), ha il quarto minutaggio di squadra (hanno giocato più di lui solo Handanovic, Murillo e Miranda) e resta il capocannoniere della squadra con 6 reti. Ma la cosa che più colpisce della capolista, è la compattezza, l’unione del gruppo che assomiglia sempre più ad una cooperativa.
POCHISSIMI i titolarissimi, e poi 16 formazioni diverse in 16 gare che hanno prodotto 11 vittorie su 16, 11 marcatori differenti, appena 9 reti incassate e ben 11 partite senza subire gol.
Nel frattempo è “esploso“ Ljajic, mentre Brozovic pur giocando scampoli di partita la mette dentro comunque e non c’è “panchinaro“ cui l’allenatore non abbia dato una giusta e meritata chance che non abbia “risposto“ sul campo in maniera più che dignitosa. Per comprendere meglio la bontà del lavoro del Mancio vanno evidenziati altro due dati. Il primo: sei sono i punti di differenza fra l’Inter del 2006/07 e quella di quest’anno alla sedicesima giornata.
QUELLA, statistiche alla mano, resta la miglior Inter in questo lasso di tempo e le ottime prestazioni di Handanovic e soci non fanno che aumentare le sensazioni positive per il prosieguo della stagione. Secondo: è dal 2009/10 (anno in cui vinse lo scudetto) che l’Inter non otteneva 36 punti dopo 16 giornate (anche quella stagione furono 11 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte).
Gazzetta dello Sport