Calcio. Mancini – Icardi, il grande gelo

mancini_1061543650x438«FACCIO meno gol perché mi arrivano meno palloni». L’equazione di Maurito Icardi non dev’essere piaciuta molto a Roberto Mancini, che l’altra sera al Dall’Ara stava già incacchiato di suo con l’arbitro per ridondanza di rossi avversi: prima a Felipe Melo e poi a lui («Si fischiano troppi falli»). Scherza coi fanti ma lascia stare il Banti. Sicché le parole a caldo del punteruolo nerazzurro, pur stemperate da un «ma possiamo migliorare», sono suonate come una bocciatura di reparto e del metodo manciniano. Con Maurito che è tornato alla sua naturale regolarità realizzativa proprio nella sera in cui Stevan Jovetic stava in autorimessa: guarda caso. Certo, la spalla ideale di Icardi resta don Rodrigo Palacio, che però non può fare il situazionista in eterno, data l’età e gli acciacchi. Con Jovetic la compenetrazione è ancora vaga e i critici sulfurei sostengono che sia appunto Icardi a soffrirne di più. Giusto alla vigilia il Mancio aveva però esortato i due, al di là della contingenza bolognese che li spaiava, a cercarsi di più e a capirsi di più. Le potenzialità dell’avanguardia nerazzurra sono enormi, eppure più di un gol a partita (con l’eccezion di Carpi, mercé un rigore stura-risultato) la Beneamata continua a non farne. E per fortuna la difesa, a parte lo psicodramma contro la Fiorentina, ha tenuta quasi stagna, con Miranda avviato a essere il totem della retroguardia. Lo sfogo di Icardi ha reso dunque acidulo il ritorno alla vittoria dell’Inter, nei confronti della quale – sembra un partito preso – la critica trova sempre argomenti dirimenti, nonostante la florida posizione in classifica (per qualcuno addirittura casuale). Per la gastrite del Falconiere dell’Esino c’è chi ribadisce, pur con un certo fondamento, che la Beneamata non ha un (bel) gioco e che anche la scarsa vena realizzativa derivi da questo. E che, guardando all’ultima uscita, il caso ha ancora una volta giocato a favore dell’Inter. Menomale che, dal punto di vista bauscia, non c’è tempo per frizioni intestine e il sangue amaro. Sabato a San Siro arriva la Roma e il confronto al vertice non si sottrarrà a un verdetto importante, nè per l’una nè per l’altra. All’alta prova della Maggica Mancini assicura che sarà tutto diverso, che la squadra nelle grandi occasioni sa fare quadrato, così come nei momenti di difficoltà, come martedì sera a Bologna quando è rimasta in dieci e ha giocato con lucida passione. In attesa di conoscere quali altri agomenti negativi i detrattori della Beneamata tireranno fuori in caso di vittoria sui giallorossi, Mancini ha diretto ieri il primo allenamento propedeutico alla Roma,: sabato gli mancherà Felipe Melo (Medel già scalpita) ma gli alri stanno bene e così sperano di noi. Poi tornerà Jovetic. Sperando che s’accoppi (voce del verbo accoppiare) al meglio con Icardi.

Resto del Carlino