INTERROTTA. La marcia sicura della capolista si spezza proprio nel turno prenatalizio, consacrato ai goleador, in una domenica che rende aperta e incertissima la lotta per lo scudetto. Cinque squadre in quattro punti grazie alla caduta inattesa dell’Inter davanti a una Lazio tornata solida, equilibrata e tatticamente ineccepibile. Gioca bene le sue carte Pioli, sulle ali del rapido vantaggio firmato Candreva, mentre Mancini, alla continua ricerca di equilibri perfetti, fa un torto alla propria intelligenza di tecnico, escludendo in partenza Ljajic e Brozovic.
Di fronte all’organizzazione di gioco della Lazio, l’Inter mostra limiti di qualità e di organizzazione in un primo tempo di bassissimo profilo. Con l’innesto tardivo dei due rinnegati, la squadra di Mancini riprende tono, sostenuta da una condizione fisica ottimale. Segna Icardi con una percussione centrale ispirata da Perisic, ma quando l’Inter potrebbe inseguire il successo, esplodono le mattane di Felipe Melo. Il brasiliano conferma la sua instabilità emotiva, affossando in area Milinkovic con una mossa da kung fu e Candreva ha la freddezza per ribadire in rete il suo rigore respinto da Handanovic. E così, fra peccati di strategia ed eccessi umorali, l’Inter vede incalzare la muta degli inseguitori. A un punto salgono la Fiorentina ritrovata di Kalinic e il Napoli di super Higuain. Autentico fenomeno, l’argentino firma una doppietta con l’Atalanta e sale alla stratosferica media di 16 gol in 17 partite, roba degna del mitico Angelillo. LA JUVE, colpevolmente distratta in coda alla partita, come spesso le capita di fronte alle piccole, rischia con il Carpi, ma la doppietta dell’ariete Mandzukic le regala la settima vittoria di fila e un bel -3 dalla vetta. Riemerge perfino la Roma con il faticoso 2-0 al Genoa, ma qui il bomber continua a latitare: Dzeko sbaglia gol clamorosi e si fa perfino espellere. Intanto Garcia salva la panca e il regalo più bello gli arriva proprio dall’odiata Lazio. A Natale tutto può succedere.
La Gazzetta dello Sport