Parla a Dubai, in occasione del World Globe Soccer Award di cui lui da anni è special guest. Lo fa in territorio neutro, dunque: «Per prima cosa voglio riportare i fatti veri e mettere fine alle interpretazioni. Ho avuto un primo contratto con Blatter per lavorare al suo fianco, dopo il mondiale del 1998. L’accordo prevedeva una certa somma, lui mi ha detto di potermi pagare soltanto 300 mila euro e non il milione subito, ma che questo sarebbe stato versato successivamente. Passato il tempo ho chiesto notizie, su loro richiesta ho emesso una fattura e dieci giorni dopo sono stato pagato. Versata la somma sul conto ho pagato tutte le tasse al franco svizzero come da documenti firmati. Quelli che mi hanno pagato, cioè la Fifa, hanno in seguito deciso di spedirmi alla commissione etica presieduta da colui il quale aveva già secretato il rapporto Garcia sulla corruzione della stessa Fifa. La commissione etica dice di essere indipendente ma chi paga i viaggi, il lavoro dei giudici di questa commissione? La Fifa. Loro mi accusano di non avere informato il comitato esecutivo di questo mio contratto. Sono io che avrei dovuto informare o qualcun altro? Qualcuno forse mi aveva detto di farlo? Per questo vengo accusato di conflitto di interessi. Dopo tutto questo è scoppiato il caso, una vera e propria macchinazione. Voi potete fare tutte le interpretazioni che volete ma questi sono stati i fati e su questo voglio battermi. La mia battaglia non è certo per una poltrona alla Fifa o all’Uefa ma contro l’ingiustizia»Così, tutto di un fiato. Servono domande e precisazioni. Si è detto che lei ha votato per il Qatar dopo l’incontro con Sarkozy.«Sarkozy non mi ha mai, ma mai davvero, chiesto di votare per il Qatar. Sono andato alla sua cena e là ho trovato i rappresentanti del Qatar. Comunque è una scelta che rifarei con le due condizioni che avevo posto: che si giochi a dicembre e che il torneo si svolga nei vari Paesi del Golfo non soltanto in Qatar».Non c’è alcuna traccia di quel contratto.«Era un accordo verbale. Quando Boniperti entrava nello spogliatoio e diceva: doppio premio per tutti, era un contratto? Hanno scritto che quei soldi mi sono stati dati nove anni dopo per favorire Blatter, che sono un corrotto, ma credo di essere il primo corrotto al mondo che paga le tasse sulla corruzione, un idiota insomma. E poi ricordate una cosa: dopo 5 o 6 anni certe pendenze vanno in prescrizione, se la Fifa avesse voluto avrebbe potuto non pagarmi e io sarei stato sconfitto anche in tribunale».E adesso?«Aspetto le motivazioni poi sarà battaglia durissima, andrò in appello, poi al Tas e poi a tutti i tribunali contro l’ingiustizia. Perché chi mi ha pagato poi mi ha condannato».Si sente vittima e di chi?«Ci sarà il tempo per parlarne. E’ difficile dire chi sia o sia stato, esistono diverse soluzioni ma io come persona non c’entro, è l’Uefa, il potere dei club, l’importanza dei grandi calciatori che giocano in Europa ad avere dato fastidio a Zurigo, anzi è odio. Una acredine che c’era con Johansson ma è cresciuta e molto con me».Il futuro della Fifa e del suo presidente?«Dovrà stare attenta all’indipendenza. Io volevo portare il calcio nella Fifa come ho fatto nell’Uefa. I governi entrano troppo nel calcio perché ne hanno bisogno ma il calcio non ha affatto bisogno della politica».La gente ormai sospetta di lei.«Ho ricevuto insulti dovunque quando ero calciatore, allora temevo quegli attacchi, ero giovane, oggi ho 60 anni e so come reagire».Ma se lei non si fosse candidato alla Fifa forse«L’Fbi ci sarebbe stata lo steso, forse la commissione etica no».Da quando non vede Blatter?«Non ho contatti con lui ma penso che il 26 febbraio lui presenterà le sue riforme, dopo 41 anni è giusto, anche a livello umano, che così sia».L’Euro 2016 è roba sua.«Quello mi brucia un po’ tanto, non poterci essere, dovrò comprare il biglietto, così ho letto.. Così leggerò nelle motivazioni non quello che ho fatto, ma quello che loro pensano che io abbia fatto. Io la chiamo inquisizione. E voi?».Basta e avanza.
Corriere dello Sport