Se il 2015 si era chiuso all’insegna delle “missioni di salvataggio” di tre tecnici sull’orlo dell’esonero (Garcia, Pioli e Mihajlovic), la prima notizia del 2016 è l’immediato ritorno sulla graticola degli stessi allenatori. Sono infatti i pareggi delle capitoline con Chievo e Carpi e il rovescio interno del Milan contro il Bologna le sorprese inaugurali del nuovo anno, in un turno dell’Epifania che ha sorriso alle altre big, facendo segnare un sostanziale no-contest tra le prime 4 della classifica. Tutto facile per la Juve, che centra col Verona l’ottava vittoria consecutiva in campionato, ma stavolta non guadagna terreno su chi le sta ancora davanti. Perché contemporaneamente il solito Ilicic trascina la Fiorentina tra gli applausi del suo ex pubblico al Barbera e nel giro di poche ore rispondono anche l’Inter, con il nono 1-0 stagionale firmato Icardi-Handanovic ad Empoli, e il Napoli, che piega con Insigne e Hamsik la resistenza del Toro.
Una Roma in grave emergenza tra squalifiche e infortuni, invece, non riesce a proteggere né il doppio vantaggio iniziale né il successivo guizzo di Iago Falque, tornando a fare acqua in difesa come da un po’ non accadeva. E’ la goal-line technology ad emettere la sentenza definitiva, portando alla convalida di un gol di Pepe del quale non si sarebbe altrimenti accorto nessuno e il 3-3 col Chievo fa emergere nuovi spettri attorno a Garcia. Così come non trascorrerà una settimana divertente Pioli, visto che la Lazio all’inattesa vittoria prenatalizia sull’Inter fa seguire un ancor meno atteso 0-0 casalingo col Carpi. Sì, proprio quel Carpi che il presidente Lotito non avrebbe voluto vedere in serie A, ricordate? E che invece dimostra di essere vivo al pari dell’altra matricola inedita di questo campionato, il Frosinone capace di mettere in scacco il Sassuolo al Mapei sfiorando anche la vittoria. Passo falso indolore in chiave Europa League per gli emiliani, visto che la terza e ultima neopromossa manda addirittura gambe all’aria il Milan a San Siro. E’ Giaccherini a firmare l’impresa del Bologna, ma l’impronta dei guantoni di Mirante è ancor più nitida e gli sperperi sotto porta della squadra di Mihajlovic gridano vendetta.
E’ stata anche la giornata degli ex. Da Ilicic, con la sua doppietta al Palermo e la parziale risposta dell’ex viola Gilardino, a Quagliarella, che torna al gol dopo 3 mesi e mezzo proprio contro il Napoli (ma in questo caso la circostanza non fa notizia, trattandosi del 23° realizzato in carriera dall’attaccante stabiese a una sua squadra precedente). Lo stesso Pepe è cresciuto nel settore giovanile della Roma. Per non parlare di Donadoni, acclamato a San Siro prima di dare un dispiacere al “suo” Milan, e Colantuono, che non risparmia due coltellate al suo passato rimandando a casa l’Atalanta a mani vuote da Udine. Persino Montella, che annovera nel suo curriculum di calciatore anche un’esperienza al Genoa ad inizio carriera, si aggiudica il primo derby sulla panchina della Samp al termine di un match ricco di pathos, con i rossoblù a un’unghia dalla clamorosa tripla rimonta nel finale.
I gol sono stati 30, un buon bottino per iniziare l’anno, con Soriano, Pavoletti e Ilicic a svettare dall’alto delle rispettive doppiette. Quagliarella trasforma l’unico rigore accordato, nel turno che conferma lo stato di grazia di due new-entry di fine 2015 sul piano realizzativo (Perica e Sadiq) e regala il primo sigillo personale in serie A al difensore albanese del Frosinone Ajeti e all’attaccante del Sassuolo Falcinelli. Primi centri in stagione, invece, per D’Alessandro, Dainelli e Bonucci.
La Stampa