Venticinque anni dopo, il Napoli guarda tutti dall’alto. Non succedeva dai tempi di Maradona e del secondo scudetto. Il sorpasso ai danni dell’Inter si materializza al termine di una partita dominata dalla squadra di Sarri fino al secondo gol di Higuain, ma che l’Inter, in inferiorità numerica per la contestata espulsione di Nagatomo sul finire del primo tempo, ha avuto il merito di rimettere in discussione al punto da far saltare le coronarie del pubblico di fede azzurra negli ultimi istanti del match. E’ successo di tutto nei minuti di recupero, dopo che Ljajic aveva spento la luce alla squadra di Sarri, mandandola letteralmente in tilt con il gol dell’1-2: uno straordinario intervento di Handanovic a negare la tripletta al Pipita, e poi, al 94′, il palo a portiere battuto di Jovetic e la successiva prodigiosa deviazione di Reina su Miranda a stampare ancora sul legno la palla del possibile 2-2. Sul primato solitario del Napoli c’è anche l’impronta dei suoi polpastrelli.
Nel primo dei due posticipi, la Fiorentina aveva pagato dazio alla stanchezza per il dispendioso impegno di coppa a Basilea facendosi cancellare da Floccari (la mossa a sorpresa di Di Francesco) il rapido vantaggio trovato con Borja Valero in un spumeggiante avvio di gara. E stavolta non è servito neppure l’ingresso di Kalinic (tenuto nuovamente in panchina da Sousa nel primo tempo), perché un buon Sassuolo non si è disunito, confermandosi avversario indigesto per tutte le grandi e legittimando il pari.
Ai nove assist assegnati ieri se ne sono aggiunti due, quello di Vrsaljko per Floccari e quello di Albiol per il secondo gol di Higuain. L’argentino infatti si incunea tra Murillo e Miranda e difende la palla dal ritorno di quest’ultimo ma non dribbla nessuno sulla via del suo 12° gol in campionato, a differenza di quanto accaduto dopo appena 63 secondi di gara sul passaggio (se così vogliamo chiamarlo) di Callejon. Anche volendo soprassedere sulla dubbia volontarietà di quest’ultimo (il dubbio, ricordiamo, non è sufficiente a cancellare un assist), è il repentino spostamento del pallone spalle alla porta di Higuain a creare lo spiraglio per il successivo tiro, rendendo impossibile in ogni caso l’assegnazione del bonus al compagno. Evidente invece la casualità con cui Rossi favorisce la conclusione a rete di Borja Valero a Reggio Emilia: il suo è palesemente un tiro svirgolato, per cui niente assist nemmeno in questo caso.
Si chiude così un turno da 31 gol complessivi, che eguagliano il record stagionale di segnature stabilito alla 6ª giornata. Ancora un autogol (di Frey, il 12° in 14 giornate) e ancora un percorso netto dal dischetto, con i centri di Niang, Eder, Daniel Ciofani e Denis a portare a 28 realizzazioni su 34 tentativi il consuntivo stagionale (un ottimo 83,4%). Dalla parata di Sportiello su Pogba alla nona giornata
non ha più sbagliato nessuno: 11 rigori a segno su 11. Di Thereau e Higuain le uniche doppiette da “+6”, un punto di bonus in meno per gli altri marcatori multipli di giornata, Niang e Daniel Ciofani, entrambi a segno anche dagli 11 metri. Primo gol in Italia per Figueiras e primo in serie A per Viviani, mentre Niang (doppietta), Belotti e Zaccardo trovano la porta per la prima volta con le loro nuove maglie e Tonelli, Sturaro, Vives e Moras rompono il ghiaccio in questo campionato.
La Repubblica