Calcio. Napoli, «Sarri inesperto? Per niente Ha dimostrato di saper gestire un gruppo con tanti campioni e valorizzarli»

napoliÈ UN ANNO da Spaccanapoli: parola di Tore. Per gli azzurri, 25 anni dopo l’ultimo scudetto, potrebbe essere davvero l’occasione giusta per il tris tricolore. Ne è convinto Salvatore Bagni, uno dei protagonisti del primo trionfo partenopeo con le stimmate del Pibe de oro. Merito di Sarri che ha trovato equilibri a una squadra a trazione anteriore, merito di Higuain che è un attaccante che fa sembrare facile ciò che invece è difficilissimo, demerito di Roma e Juventus, protagoniste assolute delle ultime stagioni che quest’anno fanno una fatica terribile. Gladiatore del centrocampo ma nato come esterno di attacco (ala tornante, si diceva), Bagni parla come giocava. Giudizi netti, schiettezza, nessuna concessione all’ipocrisia o ai luoghi comuni. Il Napoli, a un terzo del campionato, è già la squadra da battere, assicura l’ex centrocampista rimasto ancora legato alla città che lo ha visto vincere un campionato e una coppa Italia nella stessa stagione.
Bagni, questo è un campionato strano. Dopo anni di dominio juventino, tre squadre si sono già alternate al vertice. Ora è la volta del Napoli.
«Il Napoli in testa è il frutto di un progetto che parte da lontanissimo, quando De Laurentiis rilevò la società dal fallimento. Oggi finalmente gli azzurri raccolgono i frutti di investimenti e scelte azzeccate. Il Napoli può davvero vincerlo questo scudetto visto che la Juventus dopo anni di dominio incontrastato sta vivendo una stagione di transizione in cui tanti giovani devono maturare e fare esperienza…».
Quindi la squadra di Allegri, con sette punti di ritardo, è già fuori dai giochi secondo lei?
«Credo proprio di sì. Sono pronto a scommettere che riuscirà a inserirsi fra le prime tre ma per il titolo non la vedo».
Qual è il segreto di questo Napoli capolista?
«Innanzitutto un pacchetto d’attacco che nessun’altra squadra italiana ha: cinque fuoriclasse. Prenda Higuain: segna gol che sembrano facili ma che lui riesce a crearsi con tecnica e forza. Poi c’è la mano dell’allenatore: Benitez era troppo integralista, Sarri dopo qualche esperimento iniziale ha trovato nuovi equilibri aggiungendo un centrocampista e trovando la posizione giusta ad Hamsik da trequartista, dove non rendeva, a mezzala. Sarri inesperto? Macché, ha dimostrato di saper gestire un gruppo importante in una piazza straordinaria. Il difetto? La gestione del vantaggio: non si può andare avanti di due reti come con i nerazzurri e poi rischiare di farsi recuperare con un uomo di vantaggio».
Si diceva: l’Inter è in testa grazie alla fortuna. Lunedì sera però ha pagato dazio alla buona sorte.
«È una squadra che ha un gioco fin troppo dispendioso dal punto di vista fisico. Ha grandi doti in difesa e in attacco ma soffre la mancanza di un uomo d’ordine a centrocampo che detti i tempi».
La Roma è affondata con l’Atalanta. Colpa delle sei sberle prese a Barcellona?
«La squadra ha dimostrato anche in precedenza di avere difficoltà, come con il Bayer Leverkusen, è una squadra dai grandi valori tecnici ma che gioca troppo compassata, a tratti prevedibile».
Non si dimentichi della Fiorentina…
«E chi la dimentica: Sousa le ha dato gioco e personalità. È una delle squadre che gioca meglio anche se non può permettersi distrazioni come a Sassuolo. È la più bella sorpresa di questo inizio stagione: arriverà in alto».

Resto del Carlino