L’ENTUSIASMO del ritrovato Biabiany e l’altruismo di Ljajic, ma pure il senso del gol di Icardi e la solidità della difesa: c’è tutto questo nell’ottima Inter di Mancini, uscita fra gli applausi dei 40mila di San Siro. E se fino a ieri la squadra nerazzurra veniva definita soprattutto cinica, dopo il poker rifilato al malcapitato Frosinone finalmente si può parlare di un’Inter brillante, che vince e convince. Il quarto successo di fila (mai così “largo” nelle dimensioni) vale il primo posto in solitudine a quota 30 dopo 13 giornate: miglior biglietto da visita non ci poteva essere in vista del match scudetto in programma a Napoli fra una settimana, vero e proprio esame di maturità per la capolista.
Eppure anche ieri il Mancio aveva deciso di rivoluzionare la formazione, schierando un inedito 4-2-3-1 con Biabiany, Jovetic e Ljajic alle spalle di Icardi. Felipe Melo e Kondogbia sistemati in mediana (con il diffidato Medel in panchina) e Telles rilanciato a sinistra. Nessuna sorpresa da parte di Stellone, con il cileno Castillo al fianco di Ciofani in avanti per un 4-4-2 attento, ordinato ma non rinunciatario. Ed in effetti, dopo la fiammata iniziale dei nerazzurri (un angolo ed un paio di cross pericolosi nei primi centoventi secondi) nel primo scorcio di gara si è vista soprattutto la formazione ospite, con ripartenze sempre pungenti. Handanovic (7’) mostrava riflessi prontissimi per respingere una gran conclusione di Soddimo al volo di sinistro, ed era un serio campanello d’allarme di un’Inter in difficoltà. Manovra frenetica ma attacco che pasticciava troppo senza rendersi pericoloso, con Jovetic che eccedeva in personalismi dialogando poco con Icardi, a sua volta nascosto fra gli avversari. Il Frosinone, invece, arrivato a San Siro con tanti esordienti per un palcoscenico così prestigioso, scrollatosi di dosso la tensione iniziale giocava un calcio scolastico ma efficace, provando a impensierire i nerazzurri soprattutto sulle fasce. Il merito dei padroni di casa è stato quello di riuscire a sbloccare il risultato nel momento più difficile, grazie ad un tapin di Biabiany (28’) che raccoglieva e metteva in porta il pallone respinto da Leali su bella conclusione di Ljajic. Un gol atteso da 18 mesi quello del francese, e che cambiava il match, perché a quel punto l’Inter si tranquillizzava a centrocampo e poteva giocare di rimessa, approfittando dei buoni cambi di passo proprio dell’ex giallorosso, la cui conclusione (43’) sfiorava la traversa.
Dopo l’intervallo Inter subito vicina al raddoppio dopo una bella percussione del solito Biabiany. Guai a lasciare spazio ai nerazzurri, e infatti alla prima occasione buona Icardi, dopo splendida triangolazione con Ljajic faceva centro (10’). L’abbondante mezz’ora finale era pura accademia (con l’intermezzo Mancini, che scivolava malamente nel tentativo di stoppare un pallone vicino la panchina): il Frosinone lentamente si sgretolava sotto i colpi di Murillo e Brozovic che completavano la goleada dopo tante occasioni fallite per un soffio da tutti gli attaccanti.
Resto del Carlino