LA RABBIA di James Pallotta è passata per lo smartphone. Il senso della sua conversazione – il presidente è a Boston – con alcuni dirigenti della Roma, si riassume in un solo aggettivo: «Inaccettabile». Perchè si può perdere, anche nettamente, ma non in quel modo umiliante. Senza giocare, regalando uno spettacolo che è addirittura peggiore del risultato. E certo non ha placato la furia presidenziale la notizia che la Roma sarà padrona del suo destino in Champions in casa con il Bate.
Perchè oltre ai risultati e ai soldi che entrerebbero in cassa grazie alla qualificazione, c’è anche l’immagine di un club che si racconta grande nel mondo – ma grande non è, chiaro – senza ancora aver vinto nulla. Un’immagine sfregiata dal turbine blaugrana che ha travolto e irriso la Roma. Una sconfitta che è già nella storia e vi resterà per la vita. Al pari dell’1-7 con il Bayern e quello dell’epopea spallettiana (che però qualche coppa la vinse), ancora 7-1, contro lo United. Tre pagine nerissime, due delle quali, scritte dalla Roma di Pallotta nel giro di un anno.
E ora Garcia è sotto esame. E non solo, il rapporto tra Pallotta e il tecnico, già a un passo dalla rottura in estate – il contratto fino a giugno 2018 d 2,5 milioni netti a stagione ha avuto il suo peso quando a Trigoria si valutò l’esonero – è di nuovo ai minimi termini. Non siamo ancora in zona ultimatum, ma è chiaro come la partita con il Bate e, subito dopo lo scontro diretto con il Napoli, siano appuntamenti che potrebbero far precipitare la situazione. Il francese è sotto esame soprattutto per i 31 gol incassati in 18 partite tra Europa e campionato, anche se va detto che la difesa della squadra è stata costruita come peggio non si potrebbe. Sbagliate le previsioni sul recupero di Castan, la Roma si ritrova con due soli centrali di ruolo, considerando che Gyomber non è considerato da Garcia. E i terzini? Le condizioni di Maicon si sono viste al Camp Nou, non c’è una riserva a sinistra per Digne – Cole è sparito dai radar – che non riposa mai, Florenzi è una soluzione dettata dalla continua emergenza, Torosidis una buona riserva. Ma è anche vero che il reparto difende malissimo, dando l’impressione di essere poco addestrato sul piano tattico.
Resto del Carlino