E’ la notte della verità. E’ la notte dei “pistoleri“ nel Far West dell’Olimpico. Per Rudi Garcia come per Sinisa Mihajlovic, i precari della panchina. Due allenatori sulla graticola, che non possono permettersi di sbagliare. Vero, qualcuno sussurra che in certi casi «due feriti sono meglio di un morto», e che dunque alla fine anche un pareggio fra Roma e Milan potrebbe bastare per salvare entrambi. Con i “se“ e con i “ma“ non si fa però la storia, neppure quella del calcio.
Ora contano i fatti. I rossoneri arrivano col morale sotto i tacchetti al bivio più pericoloso della stagione, ma l’allenatore non si deprime. Anzi. Tocca a lui risollevare la truppa. Lo sanno anche i muri di Milanello che in caso di sconfitta nella Capitale il ribaltone in panchina potrebbe arrivare già nella notte. Ma i fantasmi di Lippi, Brocchi, Prandelli e Guidolin non sembrano turbare il serbo. Petto in fuori e testa alta: «Quando si cade la cosa peggiore è restare a terra», avverte. E ancora: «Sicuramente l’atmosfera non aiuta, i ragazzi si sentono un po’ meno tranquilli. Ma nel Milan le pressioni sono all’ordine del giorno. Non penso che la qualità non ci sia, ci gira un po’ male, ma non dobbiamo appellarci alla sfortuna».
Lo scivolone contro il Bologna è alle spalle.
Fra stasera e mercoledì i rossoneri devono dare risposte importanti: prima la Roma poi il Carpi in Coppa Italia, due appuntamenti da non fallire. «Queste due sfide sono fondamentali, ma le affronto a testa alta. Poi la società deciderà se resto o no. Non ho parlato con Berlusconi, magari ci sentiremo, di solito è lui che mi telefona». L’ipotesi di fare un passo indietro Sinisa non la prende neppure in considerazione: «Non sono abituato a dare le dimissioni: se vedo che la squadra non si allena bene e non è unita, sono il primo a tirarmi fuori, ma fino a oggi non è così». Prende fiato, poi punzecchia l’Inter: «Vedo altre squadre che subiscono tutta la partita, fanno solo un tiro in porta e vincono. Quando siamo al completo, resto convinto che possiamo competere per i primi tre posti». E davanti, tra le altre, c’è proprio la fragile Roma di Garcia. «Giallorossi in crisi? Sta rendendo meno delle attese e l’ambiente lì è più difficile di quello milanese». Definisce quello con Garcia una sorta di duello rusticano, «una sfida come quella tra due pistoleri. Entrambi ci giochiamo molto, perché stiamo disputando un campionato complicato».
Per far questo l’allenatore rossonero cambierà: torna Romagnoli (Alex a casa per problemi fisici), riposo per Montolivo, e Luiz Adriano in campo dall’inizio con Bacca. Non convocato invece Cerci per scelta tecnica: «Non è la prima volta che Alessio viene fischiato. Se avesse fatto gol, tutti avrebbero detto che il cambio era
Roma, 9 gennaio 2016 – Se il riferimento western di Sinisa Mihajlovic è nella sfida tra due pistoleri, lui eGarcia, per il tecnico francese è la notte di Ombre Rosse. O, meglio, ombre giallorosse che si allungano sul futuro del tecnico francese. La più minacciosa è quella di Luciano Spalletti, sul quale i dirigenti della Roma potrebbero rompere gli indugi in caso di crac con il Milan: si tratterebbe di un ritorno per il tecnico toscano, che ha lasciato un bel ricordo a Trigoria. Anche se resta la volontà primaria di proseguire con Garcia fino a giugno, quando la corsa alla panchina della Roma si allargherà all’obiettivo numero uno, Antonio Conte e all’idea stuzzicante di dare fiducia a Eusebio Di Francesco, tecnico che ha portato il Sassuolo a ridosso delle grandi.
Lui, Garcia, a parole se ne frega della panca che traballa e se qualcuno gli chiede quanto sia decisivo il match con il Milan, risponde piccato: «Non mi importa, non ho tempo da perdere con queste domande. Sarò ripetitivo dicendo che conta solo la partita che sta arrivando. Ho deciso di mantenere una linea di comunicazione neutra perchè chi vince può parlare, chi non vince, deve stare zitto e lavorare». Giusto, considerando che la Roma in campionato ne ha vinte soltanto due delle ultime otto. Eppoi c’è la sindrome dell’ultimo quarto d’ora. In campionato i giallorossi hanno subito 9 gol su 21 dopo il 75’, e in alcuni casi si tratta di reti decisive come quella del 3-3 di Pepe a Verona.
Garcia spiega la tendenza tra gli «errori individuali» e la paura «forse per i fantasmi di una partita precedente. Abbiamo riflettuto su questo dato, ma non c’è solo una causa e così è complicato risolvere». Sul fronte formazione, l’emergenza è finita. Salah (in ballottaggio con giovane Sadiq) e De Rossi sono recuperati, Totti torna tra i convocati dopo 3 mesi e mezzo e si accomoderà in panchina, Pjanic e Nainggolan rientrano dopo la squalifica.
Roma-Milan, probabili formazioni
ROMA (4-3-3): Szczesny; Florenzi, Manolas, Rudiger, Digne; Pjanic, De Rossi, Nainggolan; Iago Falque, Sadiq, Gervinho.
Allenatore: Garcia
MILAN (4-4-2): Donnarumma; Abate, Romagnoli, Mexes, De Sciglio; Honda, Kucka, Bertolacci, Bonaventura; Bacca, Luiz Adriano.
Allenatore: Mihajlovic
ARBITRO: Orsato di Schio
Resto del Carlino