UN BRODINO, niente di più. Perché serve ben altro al Milan per rimettersi in piedi e guarire. Martedì sera a Bari i rossoneri hanno vinto un trofeo che ha davvero un valore simbolico, un meritato cadeau dopo una gita in cui tutti (cioè giovani e “panchinari“) si sono comportati bene. Ma il difficile viene ora, e nel prossimo mese forse si capirà dove può arrivare la squadra rossonera. Si comincia sabato sera a San Siro, esame decisivo per i calciatori ma soprattutto per l’allenatore. Perché superare indenni (o meglio, da vincenti) lo scoglio Sampdoria, vorrebbe dire sperare di chiudere l’anno con qualche ambizione in più, visto che il calendario di dicembre, almeno in apparenza, sembra tutto in discesa. Samp, appunto. E poi Carpi e Frosinone in trasferta e Verona in casa. Tutti fanno gli “scongiuri“, ma l’auspicio è quello di calare sul tavolo di Natale un poker di vittorie e 12 punti in classifica. In caso contrario Mihajlovic sarebbe il primo a rischiare il posto e già a gennaio diversi calciatori potrebbero cambiare aria (in arrivo Veloso, in scadenza di contratto, oltre a Boateng?).
Al momento, però, nessuno pensa ad ipotesi così negative: a Milanello l’allenatore ha provato il 4-4-2 con Niang e Bacca in avanti (ai box Luiz Adriano, mentre Balotelli spera di rientare per l’ultimo match del 2015). Bertolacci può recuperare, mentre a rischiare il posto sta volta è Cerci. Ma il prossimo mese sarà decisivo anche per quel che riguarda il futuro societario. C’è pessimismo sul tanto sventolato (e auspicato) passaggio del 48% di quote ad una cordata guidata dal broker thailandese Bee Taechaubol dopo l’infinito tiraemolla che dura praticamente dall’inizio dell’estate. E se è vero che non era fissata alcuna data per il “closing“ (l’ultima pareva essere il 30 novembre) è pur sempre vero che da mesi si arriva ad un passo dalla conclusione e dall’atteso annuncio, ma poi alla fine manca sempre qualcosa (la scadenza era stata indicata prima ad agosto, poi a settembre…). Per quel che trapela da parte di chi è impegnato nella trattativa, sembra che mister Bee stia ancora cercando di completare la “cordata“: a parole in tanti si sono detti interessati, ma nella pratica non c’è ancora nessuno che abbia messo i soldi. E la crisi dei mercati asiatici non aiuta di certo, visto che ora è impossibile pianificare quotazioni a Hong Kong. E mentre ancora si discute sulla valutazione, che ai più pare eccessiva, di un miliardo di euro dell’intera società rossonera, è giusto ricordare che l’esclusiva che Bee aveva per trattare, senza concorrenti, l’acquisto del pacchetto di minoranza delle azioni del Milan è scaduta lo scorso 30 settembre. Dunque, in teoria altri soggetti potrebbero avvicinarsi al club di via Rossi e avviare con l’azionista di maggioranza Fininvest una trattativa parallela rispetto a quella portata avanti da oltre sette mesi con mister Bee. Si sussurra che il gruppo americano Madison abbia fatto un timido sondaggio, nulla di più. Neppure una nuova richiesta di due diligence. Perciò non resta che aspettare la prossima mossa (se ci sarà) di mister Bee. A distanza continua a rassicurare tutti sul fatto che entro Natale si possa arrivare alla conclusione dell’accordo, e la famiglia Berlusconi vuole credergli. Ma lo scetticismo resta.
Resto del Carlino