«MESSI ALL’INTER? Magari quando terminerà il suo contratto con il Barcellona, potrebbe essere una grande scelta». Già, ma quando terminerà col Barça? Nel 2018. Via, sono dettagli. Erick Thohir, che non ha ancora fatto a pugni con nessuno per divergenze calcistiche, resta saldamente in testa alla classifica, anche quella dell’ottimismo. Un suo
tweet, come una piccola supernova canarina, ha brillato ieri fulgido nel cinguettio di fondo. Messi all’Inter (ma anche Messi in ogni luogo che non sia Barcellona) fa un certo effettto e dato che siamo fatti – quasi tuttti – della stessa sostanza dei sogni, perché non immaginare che il patron della Benemata non abbia qualche tesoretto nascosto per arrivare a Messi, prima che i suoi alluci incanutiscano? Leo alla Pinetina, anche con un deambulatore, farebbe di Thohir – finalmente – l’erede carnale di Massimo Moratti. Che ai suoi tempi, a una domanda buttata lì da noi scribi farisaici su un ipotetico futuro nerazzurro del Pluriaueropallonato, ebbe a rispondere più o meno come il suo successore: «Messi, perché no?». A uno che aveva portato il primo, vero Ronaldo all’Inter, era domanda più che legittima. L’altro cinguettio thohiriano di giornata è più familiare, da Gazzettino Padano: «Stiamo costruendo una squadra giovane e forte agli ordini di Mancini per competere con i migliori club d’Europa. Siamo primi in classifica dopo 17 partite siamo una squadra solida, con una gran voglia di vincere, la nostra strategia è chiara, vogliamo riportare l’Inter nel posto che merita tra i migliori dieci club al mondo». Scusate se nel frattempo non verrà Messi, ma forse Candreva a giugno, con Lavezzi. O un difensore a gennaio, se Vidic e Ranocchia (quest’ultimo al Bologna?) cambieranno cielo. Intanto la meteora Montoya è tornato esule, così come Santon che piace agli inglesi. Anche Brozovic avrebbe i suoi estimatori albionici, ma il Mancio non lo molla.
SALTANDO IN CARPIATO le sponde del Naviglio, cogliamo ancora l’eco ruvida di Silvio Berlusconi sulla campagna invernale di mercato Milan. Dopo il pubblico benservito a Winston Cerci (certi amori fanno dei giri immensi ancche in direzioni opposte) il Grande Capo ha di fatto disilluso su eventuali colpi non apoplettici. Witsel? Meglio lasciarlo scorrazzare, coi suoi riccioli che fanno struggere di nostalgia Adriano Galliani, nelle vaghe prateriee del possibile ma improbabile. Però è vero che anche al Milan piace candreva, ma i rossoneri vorebbero intrupparlo addirittura a gennaio. Mese in cui, di sicuro, tornerà Boateng, con il suo piglio da Otello guerriero o, se preferite, da mazzolatore Klingon. Sulle uscite e le partenze c’è forse meno incertezze che alla voce entrate («Se non parte un big non arriva un big» confermava l’altro giorno l’Adriano): Suso è destinato a scendere giuso, almeno al parallelo del Genoa. Seguito, pare, da Zapata. Tutti e due con quella faccia un po’ così.