S’INFRANGE a metà ripresa, sul palo scheggiato dal piattone di Khedira il sogno della Juve di espugnare San Siro e accorciare il distacco dalle prime della classe mentre l’Inter, che avrebbe potuto scaraventare fuori dal ring del campionato l’eterna rivale, si deve accontentare del minimo sindacale: un punto, che però non basta per tornare in vetta alla classifica. Il derby d’Italia termina senza vinti nè vincitori, con i bianconeri a lungo protagonisti in una battaglia calcistica dove però è mancato lo spettacolo e alcuni dei protagonisti più attesi. Icardi (6 reti ai bianconeri nelle precedenti cinque partite) e Morata (sottotono dopo l’infortunio in Nazionale) non pervenuti, così come a lungo impalpabile è stato Pogba. Per fortuna ci hanno pensato Jovetic e Cuadrado a regalare sprazzi di bel calcio. Troppo poco di fronte ad una platea che avrebbe certamente meritato di più.
Mancini stupiva tutti in partenza, con due mediani (Felipe Melo e Medel) e Brozovic schierato a sorpresa al posto di Guarin che si accomodava in panchina accanto a Kondogbia. Juventus con Marchisio finalmente titolare nel centrocampo sognato in estate da Allegri e e Zaza preferito a Dybala (piutosto contrariato) per far coppia con Morata. Partita carica di adrenalina sin dai primi minuti: molti calci (ben quattro ammoniti nel primo quarto d’ora) e solo qualche momento di discreto calcio, con la Juventus più aggressiva pronta a sfruttare le “leggerezze” difensive di Miranda e Murillo e a spaventare i nerazzurri. Cuadrado (3’) impegnava Handanovic ed era lui, almeno in avvio, la spina nel fianco degli interisti che ci mettevano un bel po’ per uscire dal guscio. Quando però ha un certo Jovetic ha acceso il motore, la partita è cambiata. Con Icardi sin troppo statico, tutti i palloni più pericolosi passavano dai piedi del montenegrino. Jo-Jo seminava avversari e terrore nella metà campo bianconera dove Marchisio (in ritardo di condizione) e Pogba (apatico e svogliato) erano in evidente difficoltà. Col passare dei minuti cresceva anche la prestazione di Brozovic, nel frattempo passato a sinistra nella sua posizione preferita: prova ne era (28’) il tiro a giro che impegnava seriamente Buffon. Finale di tempo con i nervi a fior di pelle, un paio di rigori reclamati dall’Inter e alcuni ruvidi interventi non sanzionati dall’arbitro. E Zaza che si faceva anticipare da Murillo prima di battere a colpo sicuro.
Ripresa. Quarantasei secondi appena e Cuadrado sfruttava un errato disimpegno di Murillo, ma il suo tiro veniva ben respinto dall’attento Handanovic. L’Inter arrancava a centrocampo, palloni in avanti ne arrivavano pochi e il solo Jovetic (pericoloso col sinistro al 13’) cercava di spaventare Buffon. Usciva Melo per Guarin, ma l’Inter restava col 4-4-1-1 senza pungere, mentre Allegri provava a vincere il match inserendo prima Mandzukic e poi Dybala. Ma la vera palla-gol capitava sui piedi di Khedira che in area sfruttava un rimpallo e spediva il pallone sul legno. Inutile l’assedio finale dei bianconeri. Tira un sospiro di sollievo il Mancio, mentre la Juve, a 9 punti dalla vetta, lancia i primi segnali al campionato. Ci vorrà del tempo, ma prima o poi tornerà in alto…
IL CORRIERE DELLO SPORT