Seduta pomeridiana particolarmente intensa a Coverciano per la Nazionale italiana in vista dell’amichevole di domani a Bruxelles contro il Belgio.
Nella parte conclusiva della seduta il ct Antonio Conte ha provato i probabili undici anti Belgio. Conferme rispetto ai giorni scorsi con ancora una volta verifica del 4-4-2 con Buffon in porta, Darmian e De Sciglio esterni difensivi, Bonucci e Chiellini centrali; in mezzo al campo Marchisio e Parolo con Florenzi e Candreva esterni, coppia d’attacco Pellè-Eder in attacco. Il programma della Nazionale prevede per oggi una nuova seduta di allenamento mattutina e quindi, alle 16, partenza da Firenze alla volta di Bruxelles.
L’arrivo è previsto attorno alle 18, poi il trasferimento allo stadio ’King Baudouin’ per l’allenamento di rifinitura e a seguire la conferenza stampa della vigilia.
Ci sono quelli lasciati a casa per scelta tecnica (a iniziare da Insigne, come ha spiegato Antonio Conte), e quelli richiamati dopo un’assenza più o meno lunga: Giaccherini, De Silvestri, Okaka, Cerci, Perin.
A poco più di sei mesi dalla composizione del gruppo che parteciperà agli Europei la Nazionale italiana ha le porte girevoli di un Grand Hotel. «Non sarà facile decidere chi portare in Francia e chi no» ha già ammesso il ct azzurro. In effetti, a sentirli parlare, tutti i giocatori che transitano a Coverciano mirano e sperano di salire sul treno europeo. Anche perché Conte guarda ben oltre l’aspetto tecnico: «Ci sono spazi aperti da qui a giugno a patto che siano occupati in modo serio a 360 gradi privilegiando gli aspetti tecnico, morale, comportamentale e motivazionale». Parole che Giaccherini considera un autentico assist: «Adesso il gruppo è più unito e coeso rispetto a quello sotto la gestione di Prandelli che ringrazierò sempre perché è stato lui a volermi in azzurro anche se ci sono poi scelte che si possono condividere o meno – osserva il centrocampista del Bologna escluso dai Mondiali in Brasile – Adesso ci sono uomini prima che calciatori, anche quello di Prandelli era un gruppo vero, fatto di campioni, adesso ci sono grandi giocatori che si sacrificano tutti per la stessa causa. E io sono contento di farci parte di nuovo» racconta Giaccherini.
Insomma meno stelle ma pure meno primedonne: è uno dei concetti cari a Conte. Che non a caso il primo giorno di raduno ha voluto esaltare l’esempio di De Silvestri che per la maglia azzurra si è rotto il ginocchio e nonostante abbia finora giocato una sola gara per inter, domenica scorsa contro la Fiorentina, lo ha voluto convocare: «Ringrazio il ct per il belle parole, i suoi contatti continui durante la riabilitazione mi hanno dato una grande carica per tornare qui che è quello che volevo. E rischierei ancora il ginocchio. Andare agli Europei è uno dei sogni anche se siamo tanti – ribadisce l’esterno della Samp – Di sicuro comunque ce la metterò tutta». Lo stesso Okaka, richiamato in azzurro un anno dopo l’ultima volta, ha annunciato di voler mettere in difficoltà Conte per le scelte finali. E intanto Giaccherini ‘sponsorizza’ anche il compagno di squadra (al Bologna) Mattia Destro: «Ha tutte le carte in regola per giocarsi le sue
carte in azzurro». Come lo hanno i vari Vazquez (convocato 6 volte da Conte ma utilizzato solo in un paio di spezzoni), Valdifiori, Pasqual e tanti altri. Pochi big ma quel che chiede il ct è vivere la maglia azzurra come una seconda pelle sperando che basti per costruire un’Italia vincente.