Calenda sfrutta l’effetto SuperMario ma parla in una sala mezza vuota

Rimini. Non doveva fare campagna elettorale, ma alla fine l’appello a votare Draghi, davanti alla platea di Comunione e Liberazione, Carlo Calenda l’ha lanciato. «Ammiriamo tante figure come Mattarella e Draghi e ci sembrano l’Italia che vorremmo, ma votiamo ogni volta figure che sono l’opposto. Nel tempo la politica è diventata una politica che non governa ma che fa rumore. Votare Draghi, per una volta, è quello che ci fa essere grandi in Italia e in Europa»: fioccano gli applausi per il segretario di Azione, arrivato al Meeting di Rimini nel suo ultimo appuntamento, a conclusione di una cinque giorni di kermesse che quest’anno più che mai ha assunto i toni di una passerella elettorale. La prima volta che Carlo Calenda partecipò al Meeting di Rimini fu nel 2017. Allora era ministro dello Sviluppo Economico sotto il governo Gentiloni. Ieri ci è tornato da leader di Azione e frontman del terzo polo. La sala non l’Auditorium come quella riservata ai leader politici di martedì scorso, ma una minore era mezza vuota. Ma tanti i giovani che hanno seguito con attenzione il dibattito incentrato soprattutto sulla questione energetica, la preoccupazione per l’aumento del prezzo del gas, il Pnrr e l’appuntamento elettorale del 25 settembre.

In seconda fila c’è anche Mariastella Gelmini che correrà con lo stesso Calenda. Gli applausi in platea non mancano. Le posizioni del segretario di Azione sembrano convincere i presenti, soprattutto nei passaggi in cui ripetutamente viene chiamato in causa Draghi. Forse è per questo che il pubblico lo stesso che il giorno prima aveva riservato una standing ovation al premier dimissionario ora conferma il proprio consenso al frontman del terzo polo.

Calenda arriva alla fiera e visita alcuni padiglioni: in primis la mostra dedicata a Don Giussani. Il popolo di Comunione e Liberazione è già dimezzato rispetto alle altre giornate. Il via vai comincia a diminuire. Molti sono andati via e in tanti si chiedono come mai Calenda invitato come europarlamentare e non come segretario di partito sia stato calendarizzato proprio nell’ultimo giorno, per giunta nell’ultimissimo panel. La soddisfazione complici le 800mila presenze come non accadeva ai tempi del pre-Covid – per Giorgio Vittadini, non manca. «Tutto ciò che va contro il Pnrr per cambiarlo, o tutto ciò che va contro l’Europa dice alla fine della rassegna – va contro ciascuno di noi nella vita quotidiana. Il nostro compito, anche per l’Europa, è che sia un’Europa di popoli, non di persone come individui, perché se ci sono dei politici che fanno del populismo volendo distruggere il benessere degli individui è perché non hanno davanti delle persone». Merito a Comunione e Liberazione, e al Meeting di Rimini, per aver portato alla kermesse, a un mese esatto dall’appuntamento elettorale, i leader politici di tutti gli schieramenti (tranne il Movimento 5S, da sempre distante dall’appuntamento romagnolo) e aver presentato alla platea i temi su cui ora dovrà riflettere.


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