“Camorristi”, garantisti e doppiopesisti

No, il garantismo proprio non c’entra. Carlo Calenda sbaglia bersaglio. Semmai c’entra la selezione della classe dirigente, messa insieme di corsa in vista delle prossime elezioni. E invece il leader di Azione se la prende con il Giornale che ieri ha pubblicato a tutta pagina la storia di Pasquale Del Prete, candidato «calendiano» alla Camera ma anche protagonista di un discutibile video girato due anni fa in cui gridava: «Sono fiero di essere camorrista». Un filmato riemerso puntualmente in queste ore frenetiche di campagna elettorale; quella di Del Prete era una provocazione, un paradosso ma anche un’uscita imbarazzante, come raccontato senza scorciatoie dal Giornale: il candidato di Azione rivendicava l’appartenenza alla giunta di Frattamaggiore, sciolta per camorra nella notte dei tempi. E se la prendeva per quel provvedimento che, per quanto confermato dal Tar, non aveva avuto strascichi giudiziari. Resta quel video sconcertante e resta la cronaca del Giornale contro cui si scaglia il leader del Terzo Polo su Twitter: «Siamo oltre il giustizialismo. Perché non c’è alcun provvedimento giudiziario». Come chiarisce peraltro proprio il Giornale che si guarda bene dall’infangare, anzi anche solo dallo spargere malizia su Del Prete, ma semmai vuole mostrarne l’eccentricità e il tono a dir poco sopra le righe. E invece Calenda insiste: «Siamo allo sciacallaggio». Eh no, spiace dover puntualizzare che siamo all’esame di chi si propone di guidare il Paese. La Campania sarà una terra difficile e complicata ma il video, per quel che vale, semina dubbi. Come ha seminato inquietudine la candidata di Azione dai post filoputiniani, per sfortuna sempre in Campania. Incidenti. Ma Calenda assesta un colpo basso al nostro quotidiano: «La risposta vale anche per Dagospia e il Giornale che si ricorda di essere garantista solo quando deve difendere il suo padrone da processi e condanne». Onorevole: ha sbagliato indirizzo. Siamo stati e siamo garantisti con tutti: con la destra e con la sinistra, con i potenti e con i deboli, soprattutto con i tanti, troppi che sono stati alla gogna per anni, per poi sentirsi dire: «No, era un altro quello che cercavamo». Niente lezioni, please, e moralismi. Si tranquillizzi: non siamo manettari a intermittenza e nemmeno sciacalli. Semmai consigli ai suoi di usare la testa davanti alle telecamere.


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