Campidoglio, Raggi: “Non temo le parole di Marra, non è vero che mi ricattava”

Verifiche e interrogatori. La mattinata della sindaca di Roma Virginia Raggi è partita con la richiesta di una verifica interna sulla legittimità degli atti adottati da Raffaele Marra, il dirigente arrestato insieme a Sergio Scarpellini nei giorni scorsi con l’accusa di corruzione. La prima cittadina aveva promesso che avrebbe avviato una due diligence su tutti i documenti firmati dal dirigente che lei aveva messo a capo del Personale capitolino. E sulle risposte che lo stesso Marra potrebbe aver dato oggi durante l’interrogatorio di garanzia, la sindaca si è detta tranquilla: “Non temo le sue parole e non è vero che mi ricattava”.

Gli interrogatori. Nel frattempo, nel carcere di Regina Coeli, si sono appunto tenuti gli interrogatori di garanzia a Marra e a Scarpellini da parte del gip Maria Paola Tomaselli. “I soldi dati a Marra nel 2013 per l’acquisto dell’appartamento di via dei Prati Fiscali? Per me era un prestito che aspetto ancora che mi venga restituito”, avrebbe risposto Sergio Scarpellini al gip. Quanto alla vendita allo stesso Marra di un appartamento in zona Eur nel 2009 con un considerevole sconto di 500mila euro, Scarpellini avrebbe detto: “In quella operazione immobiliare io penso di averci guadagnato”.

“Non c’è stata nessuna contropartita da Marra – ha proseguito l’imprenditore – io non ho niente da nascondere. Marra non era a conoscenza dei miei interessi a livello istituzionale e politico e non poteva, in ogni caso, intervenire in alcun modo”. Nel corso dell’interrogatorio, inoltre, sono stati depositati i contratti dell’appartamento dell’Eur che Scarpellini ha venduto a Marra. Nei contratti era previsto il diritto dell’imprenditore a ricomprare la casa a un prezzo di favore nell’eventualità che Marra, vendendola, non avesse ottenuto quanto chiedeva.

“Ha risposto a tutto. È sereno e tranquillo. Sta anche meglio di quello che pensavo, considerato che si tratta di un uomo di 80 anni. D’altro canto, avendo questa età la sua presenza qui dentro non sarà lunga. Non ha nulla da nascondere”, così hanno riferito gli avvocati Massimo Krogh e Remo Pannain, dopo l’interrogatorio durato circa due ore. In merito al rapporto con Marra, gli avvocati hanno chiarito che si conoscevano: “È ovvio che si conoscevano ed è ovvio che si sono incontrati a Roma, viste le posizioni di tutti e due”. E domani i difensori presenteranno al gip un’istanza di scarcerazione.

E anche Raffaele Marra ha risposto a gran parte delle domande che gli sono state fatte durante l’interrogatorio, durato poco più di un’ora. A confermarlo è il suo avvocato, Francesco Scacchi, all’uscita dal carcere romano. “Non ho presentato istanza di scarcerazione – ha aggiunto poi Scacchi – e non credo la presenteremo. Durante l’interrogatorio non sono state fatte domande sul sindaco Raggi e sul suo rapporto con il mio cliente. Lui è stato lucido e sereno, ha fornito risposte principalmente su quanto gli viene contestato dalla Procura, ma ha fornito precisazioni anche su altri punti come il suo rapporto con Malta”.

“L’aver detto che stavo a disposizione era solo un atto di cortesia nei confronti di una persona che conoscevo, nulla di più e nulla di meno”. Marra ha spiegato così al gip il senso di quella frase intercettata dai carabinieri il 30 giugno scorso, quando l’allora braccio destro di Raggi, al telefono con la segretaria dell’imprenditore Scarpellini, sollecitava l’intervento dell’anziano costruttore presso Caltagirone, editore del Messaggero, affinché ponesse fine a una serie di attacchi mediatici che avrebbero messo a rischio il suo incarico in Campidoglio. Il funzionario comunale si è riservato di produrre tutta la documentazione bancaria attestante l’acquisto dell’immobile di via dei Prati Fiscali, comprato nel giugno del 2013 anche grazie, secondo la Procura, a una dazione di 367mila euro provenienti dai conti correnti personali di Scarpellini.

L’Assemblea capitolina. Ma il versante giudiziario non è il solo a preoccupare l’amministrazione 5 Stelle. C’è poi il fronte politico. Raggi, infatti, è intervenuta in Assemblea capitolina per riferire sulle nuove nomine in giunta, quelle dell’assessora all’Ambiente, Pinuccia Montanari, e quella del vicesindaco Luca Bergamo, annunciate ieri con un post ripreso anche dal blog di Beppe Grillo. “Questa amministrazione ha grande attenzione per la sostenibilità ambientale – ha detto la sindaca in Aula Giulio Cesare – e la città va sempre più nella direzione di una gestione efficace delle risorse e verso l’incremento dell’uso delle energie alternative. Vogliamo andare verso un’economia circolare e sono sicura che la neo assessora Montanari ricoprirà egregiamente il ruolo”.

Raggi ha poi lasciato l’Assemblea per un impegno istituzionale, ma le opposizioni hanno protestato per la sua breve presenza. “La sindaca scappa, tra voi c’è tensione perché la vostra esperienza si avvia verso la fine. Ma Roma e i suoi cittadini meritano ben più rispetto”, ha detto Alessandro Onorato, consigliere della Lista Marchini. Anche sulla verifica degli atti di Marra le opposizioni hanno chiesto che si chiarisca al più presto a chi spetta questo compito.

E’ stata poi la capogruppo del Pd, Michela Di Biase, a sollevare la questione della revoca di Salvatore Romeo, ex capo della segreteria politica della sindaca. “Non c’è nessun atto di giunta, a quanto ci risulta, con cui sia stato revocato Romeo. La sindaca ha detto che anche Romeo sarà rimosso, è lecito sapere se è stata dato seguito all’affermazione della sindaca? Inoltre, sul sito del Comune questa mattina Daniele Frongia risulta ancora essere vicesindaco, mentre Bergamo non risulta ancora promosso a vicesindaco. Ci dite dove è stato messo Romeo?”, ha detto in Aula Di Biase. repubblica.it