Caos Brasile, in arresto 1.200 persone, rimosso il governatore di Brasilia

Proseguono anche oggi, in Brasile, i blocchi stradali promossi dai sostenitori dell’ex presidente, Jair Bolsonaro, dopo l’assalto di ieri ai palazzi del potere di Brasilia: oltre allo Stato amazzonico di Mato Grosso – il più colpito, la notte scorsa, dalle proteste – si registrano blocchi anche su strade e autostrade di San Paolo, lo Stato più importante del Paese. Qui un gruppo di attivisti ha bloccato la Marginal Tieté, uno dei viali principali della megalopoli di San Paolo, dove hanno dato alle fiamme rifiuti e pneumatici, provocando un ingorgo di diversi isolati, ha riferito Rede Globo. Secondo la Polizia stradale federale, inoltre, ci sono blocchi stradali, totali o parziali, anche in altre regioni, in particolare nello Stato meridionale di Santa Catarina. Manifestazioni si starebbero svolgendo inoltre davanti ad alcune raffinerie di Petrobras.

Circa 1.200 persone sono state arrestate nell’accampamento montato da oltre due mesi di fronte al quartier generale dell’esercito a Brasilia: lo rende noto GloboNews, precisando che gli arrestati sarebbero legati ai disordini scoppiati ieri. Secondo il portale, gli arresti sono stati eseguiti dalla polizia federale, in ottemperanza a quanto disposto ieri con decreto dal presidente della Repubblica, Luiz Inacio Lula da Silva. Gli arrestati sono stati portati al quartier generale della polizia federale con almeno 40 autobus. Un attacco “vandalo e fascista” contro le istituzioni democratiche, aveva detto il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, visibilmente alterato, assicurando che i “terroristi” saranno “puniti in modo esemplare”. Almeno 46 le persone ferite, di cui sei gravi e due che sono stati sottoposti a intervenuti d’urgenza, in seguito ai disordini seguiti all’assalto.

Il suo predecessore Bolsonaro ha comunque condannato quanto accaduto:  “Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali”, ha detto. Ed ha respinto le accuse, a suo dire senza prove, attribuitegli dal neopresidente Inacio Lula da Silva: “Durante tutto il mio mandato – ha sottolineato – sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà”.

E mentre il presidente americano Joe Biden ha condannato quello che definisce “l’assalto alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere in Brasile”, assicurando il pieno sostegno di Washington, il capo dello stato brasiliano è tornato a Brasilia, dove è andato a constatare il saccheggio del Palazzo presidenziale e della Corte suprema da parte dei sostenitori di Bolsonaro. Inacio Lula da Silva, in carica solo da una settimana, aveva detto in precedenza in un discorso dallo stato di San Paolo che il suo predecessore di estrema destra aveva “incoraggiato” i “vandali fascisti” a invadere i luoghi del potere nella capitale.

Ferma condanna per un ‘assalto alla democrazia in Brasile’ è arrivata dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: “È una grande preoccupazione per tutti noi, difensori della democrazia”, ha scritto su Twitter. “Il mio pieno sostegno al Presidente Lula, che è stato eletto in modo libero e correttamente”.

Stamani le autorità brasiliane hanno iniziato a valutare i danni ingenti al Palazzo presidenziale, al Congresso e alla Corte Suprema di Brasilia dopo l’assalto di ieri dei sostenitori dell’ex presidente. Dopo diverse ore di caos, la polizia ha ripreso il controllo degli edifici invasi da centinaia di manifestanti anti-Lula e ha arrestato centinaia di persone, secondo il ministro della Giustizia e della Sicurezza Flavio Dino. L’area era stata isolata dalle autorità. Ma i bolsonaristi, molti dei quali vestiti con le maglie gialle della squadra di calcio brasiliana, un simbolo di cui i bolsonaristi si sono appropriati, sono riusciti a sfondare i cordoni di sicurezza. Hanno causato danni considerevoli. Sono stati danneggiati dipinti di valore inestimabile, secondo le foto che circolano sui social network.

E la Reuters riporta che i manifestanti che si sono introdotti negli edifici della Corte Suprema, del Congresso e nel palazzo presidenziale oltre ad aver rotto finestre, ribaltato mobili, distrutto opere d’arte, hanno rubato la Costituzione originale del 1988. Armi sono state prelevate da un ufficio di sicurezza del presidente.

Il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha ordinato alle piattaforme di social media Facebook, Twitter e TikTok di bloccare la propaganda golpista. Inoltre, su richiesta dell’Avvocatura Generale dell’Unione, ha ordinato alle società di telecomunicazioni di tenere registri di connessione e geolocalizzazione degli utenti presenti in Praça dos Três Poderes.

I manifestanti nella notte hanno bloccato autostrade e strade federali in almeno quattro stati. Lo stato del Mato Grosso è il più colpito dalle proteste dei sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro. Lo riporta il sito online di Folha de S.Paulo.

La polizia è arrivata al campo dove da oltre sessanta giorni protestano i sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro e dove ieri l’accesso era stato bloccato dall’esercito. Lo riporta la Cnn Brasil. “Ricardo Cappelli, designato dal presidente Lula come responsabile dell’intervento del governo federale nel distretto di Brasilia, sta dando continuità al lavoro iniziato ieri, in relazione agli atti terroristici”, ha dichiarato il ministro della Giustizia, Flávio Dino (PSB), su Twitter.

Il giudice della Corte Suprema Federale Alexandre de Moraes ha ordinato la rimozione del governatore del Distretto federale di Brasilia Ibaneis Rocha per un periodo di 90 giorni. La decisione è arrivata dopo l’invasione degli edifici del Congresso, del Tribunale federale e del Palácio do Planalto, sede della Presidenza della Repubblica del Brasile. Lo riportano i media brasiliani. “La violenta escalation di atti criminali è circostanza che può verificarsi solo con il consenso, e anche l’effettiva partecipazione, dalle autorità competenti per la sicurezza pubblica e l’intelligence”, ha affermato Moraes.

Alexandre de Moraes ha affermato che il governatore del Distretto Federale ha ignorato tutte le richieste di rafforzamento della sicurezza avanzate da varie autorità. “Condotta ingannevolmente omissiva del governatore Ibaneis Rocha che non solo ha rilasciato dichiarazioni pubbliche difendendo una falsa ‘manifestazione politica libera a Brasilia’ – anche se tutte le reti sapevano che sarebbero stati compiuti attacchi alle istituzioni e ai loro membri – ma ha anche ignorato tutti gli appelli delle autorità a realizzare un piano di sicurezza analogo a quelli attuati negli ultimi due anni il 7 settembre, in particolare, con il divieto ai criminali terroristi di entrare nella spianata dei Ministeri, avendo rilasciato un ampio accesso”, ha detto.

Le forze di sicurezza di Brasilia hanno informato ieri il governatore Ibaneis Rocha che l’ingresso “pacifico” e “organizzato” nella spianata dei ministeri era stato “negoziato” con i sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro poco prima dell’assalto. “Tutto calmo”, esordisce l’audio a cui ha avuto accesso il quotidiano Folha de Sao Paulo, in cui interviene il numero due del segretario alla Sicurezza, Fernando de Sousa Oliveira. “Abbiamo negoziato in modo che scendano in modo pacifico, organizzato, accompagnato. D’accordo”, dice Oliveira. “È un ambiente molto calmo, molto piacevole . Una manifestazione molto soft, totalmente pacifica”, ha sottolineato Oliveira nella sua ultima parte a Rocha.


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