Chicco Testa, ex deputato di Pci e Pds, dice sì “all’arrivo dei 50 migranti in paese se lavorano, no alla loro presenza se devono stare a bighellonare tutto il giorno”.
“Sì all’arrivo dei 50 migranti in paese se lavorano, no alla loro presenza se devono stare a bighellonare tutto il giorno”. A intervenire sulla polemica dei profughi a Capalbio, dalle colonne del Corriere della Sera, è Chicco Testa, già presidente di Assoelettrica, con un passato da ambientalista e da deputato di Pci e Pds.
“Non è ovviamente una considerazione razzistica, – precisa Testa – io la penso più o meno come Claudio Petruccioli ma con la differenza, se pur sostanziale, di dare un’occupazione a questi ragazzi. Che magari hanno anche abilità particolari, sono bravi in alcuni mestieri”. “La discriminante è il lavoro”, prosegue Testa, oggi fervente sostenitore del governo Renzi, che ha una casa a Manciano ma si considera un capialbese doc e perciò comprende le perplessità dei residente e dei turisti “nell’accogliere gente che magari sta a soggiornare senza riuscire a fare niente”.
Testa liquida come “sciocca burocrazia” il divieto per i profughi di lavorare che, in realtà “è l’unico modo per sperare in una vera integrazione” e propone che il sindaco di Capalbio si adoperi per trovar loro un alloggio e impiegarli in lavori contro il dissesto idrogeologico.“A forza di gridare “aiuto arrivano i profughi” si rischia di danneggiare il paese, che ha una vocazione turistica innegabile e che ovviamente conta. Dunque fateli arrivare e lavorare. Punto”, conclude il manager. Il Giornale.it