La Capitaneria di Rimini presenta i risultati dell’operazione “Marca facile”, sviluppo di un’altra precedente inchiesta contro un vasto giro di marchi di conformità assegnati illegalmente a imbarcazioni che non ne avevano titolo.
PROVINCIA | 17 giugno 2009 | L’indagine, coordinata dal PM riminese Luca Bertuzzi, è cominciata a dicembre e si è concentrata sull’accertamento della regolare apposizione del marchio CE su unità da diporto e loro componenti da parte dell’Istituto Giordano Spa di Bellaria. L’indagine è collegata ad un’altra importante indagine partita nel 2007, in cui la Capitaneria di Porto di Rimini ha effettuato 6 perquisizioni locali, domiciliari e personali, sequestrato ingenti quantità di documentazione cartacea ed informatica e 12 unità da diporto, ritenute non in possesso dei requisiti minimi di sicurezza della navigazione e tutela dell’ambiente. L’indagine, che aveva visto coinvolti 17 indagati, operanti a vario titolo per l’Istituto Giordano, si era conclusa con 4 ordini di custodia cautelare in carcere.
Secondo gli inquirenti dell’operazione “Marca Facile”, l’organismo tecnico in questione avrebbe condotto, tra il 2003 ed il 2006, una rilevante attività certificativa per l’indebita apposizione del marchio CE su centinaia di unità da diporto e loro componenti. Venivano utilizzati ispettori appositamente reclutati, ma privi dei titoli e requisiti previsti dalla normativa vigente, oppure ispettori il cui nominativo non era stato inserito nell’elenco di quelli autorizzati dal Ministero.
Sono pesanti, spiega la Capitaneria, i reati ipotizzati: associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di cui all’art. 323 c.p. (abuso d’ufficio), art. 481 c.p. (falsità ideologica commessa da privati incaricati di pubblico servizio), art. 432 c.p (Attentato alla sicurezza dei trasporti), art. 1231 cod. nav. (Inosservanza di norme di sicurezza della navigazione) e 640, comma 1, c.p. (truffa).
In pratica, si sarebbe trattato della sistematica violazione delle norme sulla sicurezza della navigazione tramite condotte dirette al rilascio illegittimo di “dichiarazioni di conformità CE” e “Attestati CE del tipo” delle unità da diporto e loro componenti ed all’illegittimo conseguimento dell’immatricolazione nei registri delle imbarcazioni da diporto tenuti dalle Capitanerie di Porto competenti, con relativo rilascio della licenza di navigazione e del certificato di sicurezza.
La Procura della Repubblica di Rimini, lo scorso dicembre, ha disposto l’esecuzione di una perquisizione locale alla sede dell’Istituto Giordano Spa. A seguito della perquisizione, ufficiali della Guardia Costiera di Rimini hanno prelevato e sottoposto a sequestro tutti i fascicoli relativi alle marcature CE eseguite dall’Istituto Giordano Spa a partire dall’agosto 2003 fino agli inizi del 2009, tutti gli hard-disks dei computer ubicati presso la Divisione Nautica dell’Istituto Giordano, tutti i fascicoli contenenti la documentazione relativa al personale addetto all’esecuzione degli accertamenti tecnici finalizzati all’apposizione della marcatura CE e la raccolta delle procedure operative emanate dall’Istituto in oggetto, relative alle modalità di effettuazione degli accertamenti tecnici, insieme alle check-lists utilizzate dagli ispettori.
Una scrupolosa attività dei documenti in questione – spiega la Capitaneria – ha permesso di riscontrare ulteriori indizi di reato, tanto che il PM Bertuzzi ha ritenuto opportuno disporre l’esecuzione di mirati accertamenti tecnici a bordo di un certo numero di unità da diporto, considerate “sospette”.
L’attività di verifica, condotta da un nucleo peritale di due ingegneri navali, coadiuvati da ufficiali di PG della Capitaneria di Porto di Rimini, ha portato al sequestro di tre unità da diporto, due di grosse dimensioni, immatricolate nei registri navali di Rimini e San Marino, e un natante non immatricolato a bordo delle quali sono state riscontrate gravi mancanze relative alla sicurezza della navigazione e alla tutela dell’ambiente, tali da farle ritenere gravemente pericolose in quanto non in possesso dei requisiti minimi di sicurezza stabiliti dalla Comunità Europea con le Direttive 94/25/CE e 2003/44/CE.
Le irregolarità riscontrate sono relative in particolare a: oblò, timoneria non muniti di regolare certificazione CE di conformità;
Portelloni non stagni all’acqua; serbatoi adibiti al contenimento del combustibile non sottoposti alle previste prove di pressione;
angolo di allagamento a bordo non conforme alla misura minima prevista; verifica della stabilità eseguita con metodi non consentiti; calcoli di stabilità delle unità da diporto totalmente errati; altezza minima di allagamento non conforme alla misura minima prevista;
mancanza di certificazione relativa alle emissioni gassose; gavone di stivaggio (pozzetto) installato a bordo all’estrema poppa non munito di documentazione attestante la conformità ai requisiti essenziali di sicurezza;
Mastre di accesso sottocoperta non conformi, in quanto di misura inferiore a quella minima prevista per la tipologia di unità da diporto considerata; lunghezza maggiore di quella certificata dagli ispettori.
Fino ad ora, conclude la Capitaneria, 4 soggetti operanti a vario titolo per conto dell’Istituto Giordano Spa sono stati iscritti nel registro degli indagati della Procura della Repubblica di Rimini.
Nei prossimi mesi verranno sottoposte a perizia altre unità da diporto, individuate dal nucleo peritale e dalla Capitaneria, che in base alle verifiche documentali eseguite, presenterebbero numerose irregolarità pericolose per la sicurezza della navigazione.