Caporalato: operazione polizia nel Nisseno, 10 arresti

(ANSA) – CALTANISSETTA, 23 SET – Avrebbero sfruttato
braccianti extracomunitari facendoli lavorare in campagna con
turni massacranti per meno di quatto euro l’ora. I poliziotti
della Digos di Caltanissetta hanno eseguito 10 misure cautelari,
due in carcere e otto ai domiciliari, nei confronti di sei
stranieri e quattro italiani accusati di intermediazione
illecita e sfruttamento del lavoro. Sono accusati di appartenere
ad una organizzazione criminale finalizzata a reclutare
manodopera straniera, in larga parte di nazionalità marocchina,
da destinare al lavoro nelle campagne in condizioni di
sfruttamento. Secondo l’accusa alcuni proprietari terrieri e
imprenditori agricoli della provincia nissena e agrigentina
avrebbero utilizzato, assunto o impiegato la manodopera
straniera reclutata dall’organizzazione, sottoponendola a
condizioni di lavoro lesive della dignità, della sicurezza e
della salute, approfittando del loro stato di bisogno.
    Nel corso delle indagini della Digos è emerso che gli
stranieri reclutati avrebbero percepito per una media di 8/9 ore
di lavoro giornaliero un salario che si aggirava tra i 30/35
euro per ogni giornata lavorativa, decurtato di circa 5/10 euro
per le “tasse giornaliere” che sarebbero state imposte dagli
autisti membri dell’organizzazione per le spese di trasporto dei
lavoratori presso le aziende agricole e per la manutenzione dei
mezzi utilizzati per svolgere tale attività; non avrebbero
utilizzato quasi mai dispositivi di protezione individuale;
spesso sarebbero stati costretti a lavorare anche la domenica;
sarebbero stati controllati durante la giornata dal capo
dell’organizzazione, o in sua vece dai sodali, o dai proprietari
terrieri, con la minaccia di non essere più impiegati qualora
non avessero svolto “ad arte” il lavoro di volta in volta
assegnatogli.
    Sono diversi gli episodi registrati in cui alcuni operai,
nonostante avessero manifestato malesseri o impellenti necessità
familiari durante la giornata lavorativa, sarebbero stati
costretti a rimanere sul luogo di lavoro fino alla fine della
giornata e a riprendere l’attività, sotto la minaccia della
perdita di ogni futura opportunità lavorativa. (ANSA).
   


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