Il ricercato, un 33enne condannato per sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale su minore, era scappato in Germania.
È stato tradito da dal social network Facebook e dall’invaghimento per “Sofia”. Così i carabinieri sono riusciti a rintracciare un latitante serbo ricercato per sfruttamento della prostituzione e violenza sessuale su minore.
Dietro a una bella ragazza di nome Sofia che da qualche giorno chattava con lui su internet, c’era in realtà un carabiniere della stazione di Anzola Emilia, in provincia di Bologna.
Così, anche grazie a un falso profilo creato sul social network, i militari sono riusciti ad agguantare Abdulj Zorjani, 33 anni, condannato in via definitiva a quattro anni e tre mesi di reclusione, grazie alla denuncia di una diciassettenne romena che nel 2007 aveva picchiato e violentato per avviarla alla prostituzione.
L’uomo, uno sfruttatore che pare fosse particolarmente feroce con le ragazze che avviava alla prostituzione, era stato arrestato nel 2007 dalla squadra Mobile insieme al fratello. Scaduti i termini di custodia cautelare, era finito ai domiciliari. A gennaio, quando la sentenza è divenuta definitiva e il fratello è stato nuovamente arrestato, è fuggito all’estero: si nascondeva in Germania, dove poteva contare sull’appoggio di alcuni parenti.
I carabinieri sono arrivati a lui dopo aver scrutato gli spostamenti della compagna. Martedì gli investigatori, che nel frattempo avevano ottenuto un mandato di cattura europeo, hanno agganciato la donna all’aeroporto Marconi di Bologna mentre si preparava a salire su un aereo diretto a Dusseldorf, in Germania. I carabinieri, sempre con grande professionalità, in borghese l’hanno fotografata e hanno spedito la foto in tempo reale ai colleghi tedeschi in attesa in aeroporto. Una volta atterrata, è bastato seguirla per arrivare ad Abdulj. Arrestato, il latitante entro quaranta giorni dovrebbe essere estradato per scontare la sua pena in Italia.
10 marzo 2011