MONTE SAN GIUSTO (Macerata)
Per aver sparato a un ladro in fuga dopo il furto in un appartamento, un appuntato è ora indagato per lesioni gravissime connesse all’eccesso di legittima difesa. Sono ancora da chiarire i contorni della vicenda avvenuta nel tardo pomeriggio di venerdì a Monte San Giusto, in provincia di Macerata. Intanto la vittima, un albanese, lotta tra la vita e la morte con un proiettile incastrato nella testa e nel paese, dove numerosi furti si sono registrati negli ultimi giorni, la solidarietà va tutta al carabiniere.
Sono stati momenti concitati quelli di venerdì. Dalle 18 era arrivata all’Arma la segnalazione di una serie di furti tentati e consumati a Monte San Giusto. Maresciallo e appuntato della stazione sono usciti per controllare, e così hanno trovato una Fiat Brava che risultava rubata il giorno prima a Terni. Nei pressi dell’auto poco dopo hanno visto arrivare un uomo, al quale hanno intimato l’alt. Ma lui è salito al volo, ha messo in moto ed è partito a razzo puntando verso i due militari. Ma a questo punto – da poco più di un metro di distanza – è partito il colpo dalla Beretta dell’appuntato, che ha passato il montante dell’auto e centrato la testa del conducente, rimanendo incastrata lì. Subito sentito dai colleghi, l’appuntato ha detto di aver perso l’equilibrio mentre temeva di essere investito, anche perché il maresciallo lo aveva preso per la giacca sempre per toglierlo dalla traiettoria dell’auto. Così il colpo sarebbe partito inavvertitamente.
Il maresciallo ha già confermato questa versione, e alcuni residenti della zona hanno detto di aver sentito il rumore delle gomme sull’asfalto prima dello sparo. Ma fondamentale per chiarire i dubbi sulla dinamica sarà la perizia balistica che il sostituto procuratore Enrico Riccioni, che coordina le indagini, ha affidato all’avvocato Sandro Evangelisti, esperto balistico. Un’altra perizia è stata affidata anche a Luca Russo, sul cellulare trovato addosso al ferito. Che al momento è clinicamente morto, con un proiettile calibro 9 parabellum in testa impossibile da rimuovere. È ricoverato in rianimazione, e ci sono ben poche speranze per lui; se dovesse morire, l’ipotesi di reato diventerebbe l’omicidio colposo sempre legato all’eccesso di legittima difesa.
Non è sicura per ora nemmeno l’identità del ferito: con le impronte digitali sono risultati diversi alias, tutti con precedenti per furto; il più frequente, quello di un albanese di 35 anni, è il nome usato negli atti del procedimento. Il cellulare potrebbe dire di più su di lui e sui complici che, si pensa, erano con lui l’altra sera a Monte San Giusto.
«Il militare – commenta il colonnello Stefano Di Iulio, comandante provinciale dei carabinieri – è dspiaciuto dal punto di vista umano, perché qui si tratta di una vita. Però è sereno sul suo operato, consapevole di aver agito in una situazione di estremo pericolo per la sua vita, e fiducioso nell’operato della magistratura». La solidaritetà – alla notizia di quanto accaduto – è per lui.
A Monte San Giusto sta nascendo un comitato in sua difesa, che domani aprirà un conto corrente dove raccogliere contributi per la sua difesa e per la sua famiglia. In paese e non solo, diversi furti avevano sollevato proteste e preoccupazioni, che ora portano a sostenere l’appuntato. Il militare nei prossimi giorni sarà chiamato in procura a Macerata per dare la sua versione ufficiale sull’accaduto. Il Resto del Carlino
