Caro Diario mi sono appassionato alla vicenda del Rimini Calcio. Premetto che non sono, e non lo sono mai stato un tifoso, più che altro un simpatizzante in quanto squadra della mia città. Quello che stiamo vivendo sembra la trama di un film grottesco, con una regia che regala colpi di scena giorno dopo giorno. La sceneggiatura, un po’ ironica e frutto della mia fantasia, potrebbe essere questa.
-Ufficio Società, 9 Aprile. Dopo aver vinto la Coppa Italia, la dirigenza del Rimini Calcio si riunisce con il ragioniere che prende la parola: “Allora Burdel sono finti i soldi. Abbiamo vinto la Coppa Italia, ci siamo fatti dare il centro sportivo della Gaiofana, che è l’unica cosa che potrebbe rendere un pò, adesso bisogna vendere la squadra.”
Qualcuno si alza e dice: “io ho un’amica, ha una società che fa qualcosa, mi sembra pannelli solari o roba simile con la corrente. Sento con lei se volete”
Il ragioniere risponde: “Si si ma fa presto perché non abbiamo neanche due spicci per pagare gli stipendi e l’iscrizione al campionato. Intanto consiglio alla dirigenza di sparire, fatevi una vacanza, tanto arriva l’estate e di calcio non si parla più”
-Salto Temporale, esterno stadio, 25 Luglio. Due anziani parlano tra loro del comunicato stampa uscito da parte della Curva Est. “Te vest, sembra che vogliano vendere ad un’azienda che non è che sia proprio a posto, dis cle una “lavanderia”, ma se che vu di?” risponde l’altro anziano: “e vu di che a sem mes ben.” Passa un ragazzo che si ferma a parlare con i due anziani: Tranquilli tranquilli, il Sindaco ha comunicato importanti novità”
–Ufficio Società, due giorni dopo. Qualcuno prende la parola. “Allora ragazzi qui è un casino, sono tutti arrabbiati perché la mia amica dei pannelli solari dicono sia una poco di buono. Facciamo così: conosco uno in Australia, che conosce un altro che potrebbe dire che forse compra la squadra. Anzi usciamo con il comunicato che è stato firmato il preliminare di acquisto, magari prendiamo tempo. Intanto iniziate a staccare i quadri dal muro e a svuotare i cassetti che qui a breve tocca sbaraccare, prima che si accorgano che non ne abbiamo un’idea”
-Da qualche parte in Australia, 28 Luglio. Suona un telefono. “Pronto?” “Si pronto, qui è il comune di Rimini, è vero che comprate il Rimini Calcio?” risposta. “No guardi, ha sbagliato numero. Per favore non richiami più che non abbiamo tempo da perdere”
-Ufficio società, qualche giorno dopo. Sempre il solito che prende la parola “Visto che l’amico Australiano non mi ha aiutato, tocca che vendiamo tutto alla mia amica dei pannelli solari. Ho anche trovato l’allenatore, è già al campo a vedere la squadra. Te prepara le carte, la città capirà.” Si avvicina un segretario “Ehm, l’allenatore ha detto che voi siete tutti matti e senza un verso, ha preso la sua roba ed è scappato via” risposta “non c’è problema, chiama il secondo della lista, poi in caso il terzo o il quarto finché qualcuno non rimane, tanto a noi cosa ce ne frega.”
-Stadio, 6 agosto. La nuova presidente vede lo stadio ed esclama “Ma fa schifo!” Si avvicina al suo collaboratore “Ma cosa ca**o abbiamo comprato?” il collaboratore fa spallucce e gli risponde “perché lo abbiamo comprato alla fine?”. La presidente “Vabbè non farla lunga e chiama quel direttore sportivo, quello che è cinque anni che non lavora e dove ha lavorato ha fatto solo danni. Digli che gli diamo due spicci ma che qui può fare i danni che vuole”
-Un posto a caso di Rimini, 8 agosto, sera. Il direttore sportivo passeggia con il cane in pantaloncini corti, un tipo in bicicletta gli urla “Fate schifo”. Lui prende il telefono, chiama i giornali e dichiara che si dimette perché è stato aggredito da dei tifosi.
–Sala della Giunta, 12 Agosto. Il Sindaco” Tre presidenti in un mese, dite una roba ma poi accade il contrario. Ma siete del mestiere? “La presidente risponde piccata “Mi pare che sia evidente che non lo siamo, a noi della squadra non interessa niente, però quel centro sportivo non è mica male. Allora Sindy facciamo così, adesso annunciamo il nome di un nuovo direttore generale, un nome a caso, al massimo smentisce. Poi facciamo fare il presidente a uno che ci sa fare, ha rimorchiato la Marini. Ti va bene come strategia? Dai che la portiamo a casa” Il sindaco “Qua le pu***tte sono poche, ho già fatto una figura pessima, non posso continuare così. O tirate fuori i soldi o niente stadio per giocare” La presidente (che forse non è più presidente, non si è ancora capito) “ Si si dai, lascia fare a noi. Ci aggiorniamo, ciao Sindy”
Caro Diario qui finisce la nostra storia, il resto lo teniamo per il secondo capitolo della saga, che è tutto da vivere e scrivere, dal titolo “Ciao Rimini”.
Stefano Benaglia