Caro Diario… Rimini, il lento suicidio di Mariuccia: una pensione dimenticata ostaggio della nuova speculazione sulla Riviera – …di Stefano Benaglia

Caro Diario, oggi voglio raccontarti di Mariuccia. Mariuccia è una piccola pensione anni ‘70, poche camere, quindici forse diciotto, trasformata sul finire della sua carriera in B&B economico ma dignitoso come ultimo disperato tentativo di ritagliarsi la sua fetta di mercato. L’età e l’aspetto piuttosto vecchiotto, unito alla crisi del turismo, l’hanno condannata alla chiusura negli anni 2014 o 2015, non ricordo.

Da allora Mariuccia è stata trascurata, lasciata all’abbandono in attesa di una nuova destinazione urbanistica o magari di qualcuno che se ne innamorasse per farla risorgere dalle sue ceneri. Purtroppo attorno a lei il paesaggio cambiava, arrivava si un nuovo lungomare ma i vicini diventavano negozi etnici e di cianfrusaglie. Le porte forzate e rotte da parte di qualche balordo che la usava come riparo di fortuna. Mi sono dimenticato di dirti che Mariuccia è sul lungomare, primissima linea della passeggiata, triste testimone del nostro fallimentare modello turistico.

Il suo destino pareva segnato fino a quando un principe azzurro, con voce dell’est europeo si è presentato al suo cospetto. È sembrato affabile e solvibile, per la prima volta qualcuno voleva investire nuovamente su di lei. Per Mariuccia pareva la rinascita, ma il sogno del principe azzurro si è trasformato ben presto nell’incubo in cui stanno cadendo tutte le Mariucce della nostra Riviera. Ostaggio di traffici anomali, oggi ospita al suo interno persone che continuano a dire al vicinato che non sono aperti, ma la realtà racconta di “turisti” che affollano il suo cortile e pullman che scaricano ignari ospiti speranzosi di vivere un’esperienza, ignari dell’incubo. Mariuccia è stanca, non pronta ad accogliere turismo, forse nemmeno in regola con i permessi, ma è costretta a prestarsi a questa farsa governata da forze invisibili. Vorrei salvare Mariuccia, ma oltre a raccontare la sua storia, non so come posso aiutarla.

Caro Diario, Mariuccia è l’ultima caduta in un panorama che vede un interesse fortissimo ad acquisire proprietà sulla prima linea, strategia integrata di un piano ben delineato, strutturato e finanziato da persone che possono disporre di capitali e informazioni. La politica si sta impegnando a raccontarci che la nostra salvezza sarà il PUG, omettendo però di raccontare quale sia la visione che guida la stesura del Piano Urbanistico Generale. Se strutture chiuse da anni diventano improvvisamente appetibili per imprenditori sconosciuti che si presentano soldi alla mano, con la volontà di non passare dalle banche, significa che un’informazione molto chiara è di dominio di un’elite che ha il compito di comprare in tempi di crisi perché sa già che all’orizzonte arriverà l’abbondanza. È il popolo che è all’oscuro di tutto.

Qui siamo ben oltre la speculazione, siamo in un sistema gelatinoso dai contorni mafiosi.

L’acqua bolle e la rana è morta. Con lei la nostra città.

Stefano Benaglia

PS: Mariuccia è un nome di fantasia. Però esiste davvero.