Milano, 16 agosto 2016 – Pane, olio, zucchero e caffè. Quanto costa fare laspesa in Italia e in particolare in Lombardia? Secondo un’indagine de il Sole 24ore, condotta sui dati di 60 città capoluogo di provincia estratti dall’Osservatorio Prezzi del ministero dello Sviluppo economico, la città più costosa d’Italia è Rimini (4.475 euro), seguita da Ferrara (4.461) e Ravenna (4.309), con Reggio Emilia (4.187) e Bologna (4.098) nelle prime dieci posizioni. Il titolo di città meno cara se lo aggiudica Benevento (3.112), tallonata da Catanzaro (3.123) e Napoli (3.152). In pratica, lo scontrino per un paniere di 20 prodotti alimentari di prima necessità a Benevento è del 30% più basso rispetto a Rimini.
Mentre Milano è capitale della convenienza. Ma com’è possibile se viene anche definita capitale del caro-prezzi? Eppure, è proprio così. Su un paniere di 20 prodotti alimentari di prima necessità, il capoluogo lombardo colleziona due record: qui una famiglia può sborsare in un anno fino a 8.163 euro se acquista i prodotti al top di gamma (prezzi massimi), ma se è a caccia di convenienza e di offerte, può scendere invece tantissimo, fino a 2.139 euro, livello minimo su scala nazionale. Le ragioni sono da rintracciare nell’ampio ventaglio di negozi, ipermercati, supermercati e discount che consentono a chi ha tempo da investire di mettersi alla ricerca dell’offerta migliore. Ecco la classifica lombarda: Milano (4.242 euro), Varese (4.023), Mantova (3.949), Brescia (3.942), Como (3.895) e Cremona (3.825). Poi, Bergamo (3.744 euro), Lodi (3.718) e Lecco (3.579).
La mappa territoriale tratteggia, per l’ennesima volta, la frattura tra Nord e Sud del Paese, con il versante tirrenico in genere più conveniente rispetto a quello adriatico, mentre c’è da registrare il forte gap tra Trento e Bolzano, che pur essendo a una sessantina di chilometri di distanza, hanno una differenza di prezzo di circa il 16%, a tutto vantaggio dei trentini.
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