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(ANSA) – PALERMO, 31 GEN – Potrebbero provenire da due
misteriosi furti messi a segno al comune di Trapani nel 2015 e
nel 2018 le cinque carte di identità intestate ad altrettanti
cittadini incensurati di Campobello di Mazara, trovate nel covo
di Matteo Messina Denaro di vicolo San Vito dopo il suo arresto.
E’ l’ultima pista investigativa seguita dagli inquirenti che
stanno cercando di ricostruire la latitanza del capomafia. I
due episodi, ritenuti finora di criminalità comune, potrebbero
assumere una connotazione totalmente diversa. Le carte rubate
erano tutte in bianco. Secondo gli investigatori sarebbero state
poi compilate con le generalità dei 5 campobellesi. Al documento
sarebbero stati aggiunti la foto di Messina Denaro -nel covo
c’erano diverse foto tessera – e il timbro del Comune di
Campobello. Un procedimento complesso sul quale i pm cercano di
far luce che difficilmente il boss avrebbe potuto realizzare
senza le complicità di altri. (ANSA).
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