Casadei, patrimonio di musica popolare

(ANSA) – ROMA, 13 MAR – Raoul Casadei, il “Re del Lissio” se
n’è andato per colpa di quel male che sta impedendo al mondo di
stare insieme e di ballare e il Liscio senza ballo e festa è
come un pianoforte senza tasti.
    Se n’è andato pochi giorni dopo che quell’universo che l’aveva
incoronato Re è stato celebrato al Festival di Sanremo dagli
Extraliscio, un mix di musicisti coltissimi e super star del
Liscio come Moreno “Il Biondo” Conficconi che è stato a lungo il
cantante dell’orchestra e il braccio destro di Raoul. C’è da
scommettere che se in sala ci fosse stato il pubblico, la sera
del giovedì, non sarebbe mancato il titolo “L’Ariston diventa
una balera”.
    Nipote del leggendario Secondo, che ha fondato l’orchestra nel
1928, Raoul ha allargato i confini del genere mescolando la
tradizione con la canzone più popolare ottenendo un successo
clamoroso negli anni ’70 proprio grazie alla sua immagine
popolare che non temeva il kitsch ma era così rassicurante da
farlo diventare un richiesto testimonial della pubblicità.
    Casadei ha costruito un impero musicale (oggi affidato al figlio
Mirko) ma ha lavorato su una tradizione che è un patrimonio
incredibile di storie, personaggi leggendari, strumentisti
portentosi, di musica e navi, di una storia che appartiene alla
gente per assimilazione naturale com’è tipico della musica
popolare.
    Il Liscio è un modo di stare insieme, una delle espressioni più
tipiche del patrimonio popolare della musica italiana, un mondo
dove prima dei soldi conta essere più bravo a suonare e a
ballare.
    Raoul Casadei se ne va mentre la musica dal vivo tace: appena si
potrà Mazurche, Polke e Valzer riprenderanno a far muovere i
piedi ma nel Grande Libro del Liscio ci sono ancora tantissime
storie che meritano di essere raccontate. (ANSA).
   


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